C’era da aspettarselo. Nel quinquennio bianconero Conte ci ha abituato ad una visione della classifica da parte sua a dir poco personalizzata: sostanzialmente c’è un primo posto, che è poi la sua ragione di vita, e ci sono i successivi diciannove, che viceversa non fanno differenza. Tra quei diciannove, insomma. uno vale l’altro. Il suo Chelsea aveva rispettato le attese per le prime tre giornate, salvo poi subire il sorpasso del Manchester City alla quarta. Da lì in avanti tanta polvere mangiata, tra il pareggio di Swansea e le brucianti sconfitte contro Liverpool e Arsenal, ma soprattutto una squadra che non rispondeva agli stimoli ed apparentemente priva di motivazioni. E pensate che stiamo parlando di settembre, ben due mesi fa: un arco di tempo che è bastato a Conte per stravolgere la mentalità dei suoi e per modellare la formazione tipo a sua immagine e somiglianza, nonché per mettere in fila le sei vittorie (rigorosamente senza reti subite) che gli hanno finalmente permesso di riportarsi in testa. Al 22 di novembre, due giorni dopo la vittoria contro il Middlesbrough – rete di Diego Costa, decima in Premier – diciamo che Conte non ha fatto solamente un capolavoro, ma anche qualcosa in più. L’incognita adesso è una soltanto: come reagirà la squadra quando capiteranno situazioni sfortunate o giornate no? Saprà dimostrarsi vincente ed andare oltre i fattori esterni?
Capitolo successivo. Se volete bene al Football quanto gliene vogliamo noi, beh, non potrete certo pensare al Liverpool con un sorriso stampato in faccia. I Reds salutano la vetta appena due settimane dopo esservici arrampicati nonostante il punto conquistato al St Mary contro il Southampton: lo 0-0, specchio falsissimo della gara (dominata dagli uomini di Klopp, che hanno totalizzato 15 tiri verso la porta difesa da Forster e mantenuto un possesso palla ampiamente sopra il 60%), era anche difficile da pronosticare, in quanto i Saints erano usciti dal proprio campo senza segnare soltanto in un’occasione e il Liverpool aveva sempre fatto centro in trasferta ad esclusione della gara di Burnley, in cui uscirono sconfitti per 2-0.
Proprio grazie alla mezza débâcle dei Reds si rialza il City di Guardiola. Il Man of the Match? Yaya Touré, proprio come ai vecchi tempi. Il quattro volte Pallone d’oro africano tira su la testa contro il Crystal Palace dopo undici tribune consecutive, e firma la doppietta – pesantissima – che consente ai Citizens di non perdere ulteriore terreno nei confronti della testa della classifica. Il trio al vertice è il seguente: Chelsea 28; Liverpool 27; Man City 27. Se ne stacca leggermente l’Arsenal (a quota 25) dopo il pareggio al fotofinish dell’Old Trafford: Mata illude il Man United di Mou, ma Giroud è una sentenza. Soprattutto se l’1-1 arriva all’89’. Poco da dire sul match (comunque piacevole), se non di un Pogba lievemente in miglioramento ma che non sembra mai realmente convinto di valere la cifra ad otto zeri.
Tra le altre, oltre al quarto 1-1 stagionale dell’Everton (a Goodison Park, contro uno Swansea sempre più affossato nella zona bollente della classifica) e all’ennesimo “Ah, ha perso pure contro il Watford? Bah, il Leicester non è più quello dell’anno scorso”, da segnalare è l’ennesima sconfitta di un West Ham che non vuole proprio saperne di ingranare. Il 3-2 di White Hart Lane, con il Tottenham che sale a quota 24 e non perde di vista il gruppetto di testa, è l’emblema di una squadra che fatica a ritrovare l’identità spregiudicata e unitaria della scorsa stagione. Oltre a questo, gli appena 11 punti in classifica sono anche frutto del pessimo rendimento degli attaccanti (il 92% delle reti degli Hammers sono suddivise – in parti non eguali – tra Antonio, Lanzini, Collins e Reid).
Si aggiunge invece alla lista delle sorprese il Sunderland di Moyes, che dopo aver totalizzato 2 miseri punti nelle prime dieci giornate ne ha messi in cascina 6 nelle ultime due. Black Cats, ringraziate il buon Defoe (gol e assist contro l’Hull City, per un’influenza sui gol segnati dai suoi pari al 75% del totale). Passano infine anche Bornemouth e West Brom, destinate con tutta probabilità ad una salvezza tranquilla, contro Stoke City e Burnley. Curiosità: l’ultimo successo per 4-0 dei Baggies risale al 28.09.2014. E indovinate contro chi…