Se avete letto la prima parte dell’intervista a Nicola Roggero non potete mancare alla seconda parte. Ecco l’ultimo spezzone della chiaccherata:
Rimanendo sull’attualità, dove può arrivare il Nottingham Forest?
“Spero il più in alto possibile. Anche se per dire la verità questo sistema di gioco farebbe inorridire Brian Clough, che costruì quel grande Forest. Lui amava dire che la palla doveva essere giocata sull’erba. Se Dio avesse voluto che la palla fosse giocata in cielo avrebbe messo l’erba sulle nuvole. Però vedere il Forest al secondo posto, per chi come me è nato con quel calcio degli anni 70 è un ritorno all’infanzia, ed è un ritorno bellissimo. Ovviamente per il titolo è dura, il Liverpool è più forte. E anche l’Arsenal, il Chelsea, vedremo il City, sono squadre più attrezzate. Già solo rivederli in Champions sarebbe bellissimo, così come è stato bellissimo rivedere quest’anno l’Aston Villa”
Invece cosa ne pensa dei nostri giovani italiani che si stanno imponendo in Premier?
“Già in passato qualcuno ce l’aveva fatta. I vari Vialli, Zola, Di Matteo e Ravanelli. Però è anche vero che erano dei giocatori già affermati. Questi invece hai detto bene, sono tutti dei ragazzi giovani. Udogie, Vicario e Calafiori, che si sono subito adattati e sono subito protagonisti. Mi piace pensare che sia proprio una tendenza dei nostri giovani, non solo nello sport. Chi dice che i giovani vogliono una vita agiata dice il falso. I giovani di oggi viaggiano molto di più di quelli della mia generazione. Io lo vedo nell’atletica, dove in questi anni abbiamo costruito una squadra formidabile, e dove molti giovani non hanno problemi a prendere una valigia, gareggiare o allenarsi all’estero, e migliorano. Ben venga che i nostri ragazzi dimostrino il proprio valore lontano dalla cosiddetta comfort zone”
Per chiudere, in Premier il segno del cambiamento sono gli stadi. Quali sono quelli che le sono rimasti nel cuore?
“Tantissimi, se proprio devo sceglierne uno scelgo Boleyn Ground, il vecchio stadio del West Ham che purtroppo non c’è più. Aveva dimensioni ridotte, era in un quartiere non centrale. Ma faceva convergere tutta la passione che i tifosi del West Ham avevano, e in questo non sono secondi a nessuno. Io ho fatto proprio l’ultima del West Ham ad Upton Park, fu una serata bellissima, anche se triste. Lo stesso sentimento l’ho avuto per Highbury, o per stadi che ci sono ancora come Anfield, Old Trafford o il Villa Park, che per me è bellissimo. Sono stato addirittura nel vecchio stadio del Tottenham White Art Lane, ovviamente il mio cuore è per questi vecchi impianti, quei vecchi ruderi. Magari un po’ scomodi da raggiungere ma accoglientissimi, poi certamente si vive nel presente ed è giusto lasciar spazio ai nuovi gioielli. Lo stadio del Tottenham è fantastico per comfort e servizi”
Purtroppo quello degli hammers è un netto downgrade…
“Sfortunatamente sono finiti a giocare in un impianto che non è stato concepito per il calcio, ma per l’atletica. Sono state fatte le Olimpiadi di Londra 2012, si sono svolti i mondiali, tutti gli anni c’è il meeting della Diamond League. Per la conformazione del calcio le tribune vengono avvicinate, però non ha lo stesso fascino di Upton Park. Era più piccolo, ma la gente era più vicina e si creava un’atmosfera meravigliosa.