Il ruolo del portiere è un ruolo strano. Puoi avere un grande talento, grande senso della posizione, buonissimi riflessi… ma se c’è qualcosa che può andar male, rischia addirittura di andare peggio. E, inoltre, in una squadra può avere i riflessi di una mummia e in un’altra diventare un autentico Uomo Ragno.
È, bene o male, la storia di Edwin van der Sar, il gigante olandese che ha protetto i pali del Manchester United tra il 2005 e il 2011.
Ma partiamo dal principio. Nasce a Voorhout il 29 ottobre del 1970 e comincia, a 15 anni, il suo viaggio nelle giovanili del Noordwijk, dove non esordirà prima di tanti, tantissimi anni. Questo perché nel 1990 passa all’Ajax, club fenomeno nel trovare e crescere i talenti in Olanda.
Fa il suo esordio in Eredivisie il 23 aprile del 1991, contro lo Sparta Rotterdam, giocando per 9 partite consecutive prendendo il posto dell’infortunato Stanley Menzo, subendo appena 3 reti.

Deve però aspettare il 1992-1993 per diventare titolare a tutti gli effetti, dando la definitiva impennata, almeno in ambito nazionale, della sua carriera. In 10 anni con i lanceri totalizza 312 presenze, subendo 259 reti e mantenendo la porta inviolata per 139 partite. Vince 13 titoli (anche una Coppa dei Campioni, nel 1995) e si guadagna la porta della Nazionale olandese, nel ’95, che proteggerà in modo costante fino al 2006, lasciandola poi nel 2008.
Nel 1999 passa alla Juventus, lanciandosi in un campionato top, ma non trova il successo sperato e va così in Inghilterra, al Fulham, appena due anni dopo.
4 anni con i Megpies e arriva la chiamata della vita, quella del Manchester United di Alex Ferguson, di cui diventerà subito titolare. È qui che si toglie le soddisfazioni più grandi, vincendo quattro volte la Premier League e una volta, nel 2008, la Champions League, vincendo ai rigori la finale contro il Chelsea, e il successivo Mondiale per Club, che risulterà il suo ultimo titolo.

La sua ultima, vera, partita in carriera arriva il 28 maggio del 2011 a Wembley, in finale di Champions League contro il Barcellona, in una sconfitta forse esagerata, per lui, per 3-1. Un finale di carriera amaro, amarissimo.
Ma, simpaticamente, non finì lì la sua storia da calciatore: il 12 marzo scorso ha finalmente esordito per la sua prima, indimenticata, squadra, il Noordwijk, parando un rigore. Un’unica partita, cinque anni dopo il suo ritiro, che ha potuto assaporare dall’inizio alla fine.

Adesso dirige il settore marketing dell’Ajax, oltre che fare sporadiche apparizioni in programmi sportivi olandesi.
Vanta il record di minuti di imbattibilità in Premier League (1311 minuti) e con la Nazionale Olandese (665′) e di clean sheets in una stagione, a parimerito con Petr Cech, a quota 21 reti inviolate.
Un colonnello dell’area di rigore, dotato di grande reattività nonostante i sui 197 centimetri.

RUGGERO ROGASI
Twitter @RuggeroRogasi
LEGGI ANCHE LE ALTRE NOSTALGIE DEL 2000:
-Difensore: Jamie Carragher
-Difensore: Sol Campbell