Ci sono giocatori che hanno rifiutato molto per poter vestire una sola maglia, quella del cuore, anche a discapito della carriera. In Italia un esempio lampante è Francesco Totti con la Roma; in Premier League il fenomeno è un po’ più diffuso, e tra questa bandiere si può benissimo collocare Jamie Carragher. Nasce a Bootle, a due passi da Liverpool, il 28 gennaio del 1978 e coltiva fin da piccolo il sogno di giocare per la sua squadra del cuore.

Entra nell’accademia del Liverpool nel 1990, dove passa 6 anni, e nel 1996 viene aggregato in prima squadra, esordendo nel gennaio del 1997 in League Cup contro il Middlesbrough. Già dalla stagione successiva diventa titolare fisso, prendendo posto in mezzo alla difesa e guidando i Reds fino al quarto posto. I primi titoli arrivano nel 2001, con League Cup, FA Cup e Coppa UEFA conquistate in una sola stagione, ma il punto più alto è la Champions League vinta nel 2005, a Instanbul, contro il Milan: 3-0 per i rossoneri all’intervallo, ci pensano Gerrard, Šmicer e Xabi Alonso a pareggiar ei conti e Jerzy Dudek a parare i rigori degli avversari.
In un palmarés comprendente 11 trofei, però manca la Premier League, mai vinta dai Reds dal 1990 in poi (18 volte portata a casa fino ad allora).

Un altro suo rimpianto può essere la Nazionale inglese: solo 38 le presenze con la maglia dei Tre Leoni, oscurato dai ben più noti Rio Ferdinand e John Terry.
Notorietà, appunto. Perché in una squadra con tanti buonissimi giocatori, un leader che non lascia mai la fascia da capitano come Steven Gerrard, un attaccante che segna a raffica come Fernando Torres, e altri giocatori famosi a livello internazionale come Dirk Kuyt e Javier Mascherano, a meno che tu non ami davvero ambiente e squadra non reggerai moltissimo.
Ma lui, il caro Jamie, è andato ben oltre l’amore.

RUGGERO ROGASI
Twitter @RuggeroRogasi
Le altre nostalgie del 2000:
-Portiere: Edwin van der Sar
-Difensore: Rio Ferdinand
-Difensore: Sol Campbell