E’ stata una giornata epocale quella di martedì sera: dopo centododici anni a Boleyn Ground, il West Ham ha salutato il suo storico impianto per l’ultima volta. Una serata condita da una partita al cardiopalma, quella giocata contro il Manchester United, che ha reso ancora più emozionante il saluto degli Hammers ad un pezzo della loro Storia. Per raccontare nel miglior modo possibile questo evento, abbiamo contattato i Martelli d’Italia, storico gruppo italiano che da anni sostiene il West Ham dalla nostra penisola: Alberto, uno dei membri della spedizione che ha raggiunto Boleyn Ground per assistere al match, ha scambiato due chiacchere con noi.

Salve Alberto, quali sensazioni ha provato in questa magica serata?
E’ stata un misto di amarezza, poichè abbiamo lasciato un pezzo della nostra storia, e di tanta felicità, per aver vissuto tutto il contorno, dal pre-partita alla festa. Ho visto scene che non vedevo da tempo, con oltre diecimila persone fuori dai cancelli. Barking Road, Green Street, erano tutte impercorribili, con la gente ammassata l’una sull’altra: c’era la voglia di partecipare a questa giornata, chi da dentro allo stadio, chi fuori nei pub. E’ stata un’avventura che resterà nella storia come la vittoria in FA Cup. Devo dire che mi è venuto un pò di magone, è il caso di dirlo: ho sentito le “farfalle nello stomaco”.
Quale è il suo ricordo più bello legato a Boleyn Ground?
Il ricordo più bello nella dozzina di partite che ho visto nell’impianto non è legato ad una gara vinta o persa, ma all’atmosfera che respiravi: prima del match, tutti vestiti con la maglia del club ed i suoi colori, a bere insieme, perchè l’amicizia che si fa al bancone di un bar è impareggiabile, dopo due pinte si passa da sconosciuti a migliori amici. Non mi mancherà una singola partita, ma l’atmosfera che ho paura non si potrà ricreare all’Olympic Stadium.
Cosa ne pensa del passaggio nel nuovo stadio? E’ una scelta giusta o si doveva tener conto della Storia?
E’ stata una scelta in parte obbligata: quando costruisci uno stadio per le Olimpiadi poi non puoi demolirlo. Inoltre, l’impianto sorge in zona West Ham, quindi l’idea che il Tottenham o il Crystal Palace potrebbero venirti a giocare in casa ha accelerato il processo, che probabilmente si sarebbe compiuto ugualmente. La mia speranza è che con un impianto nuovo, che sinceramente non apprezzo molto, il West Ham possa migliorare i suoi risultati sportivi, grazie anche ai maggiori introiti, e stabilizzarsi nei prossimi anni nella zona Champions. Per i biglietti sarà ugualmente un putiferio, poichè ci sono già cinquantaduemila abbonamenti staccati su sessantamila posti complessivi, con la ripartizione dei biglietti che sarà uguale al Boleyn. E’ una scelta già fatta, naturalmente non si torna indietro: è stato bello viverlo, abbiamo assistito negli anni a qualcosa che ci porteremo dietro nel tempo, senza mai scordarci di questi ricordi indelebili.
I tifosi inglesi hanno votato il gol di Di Canio contro il Wimbledon nel 2000 come il più bello segnato a Boleyn Ground? Siete d’accordo?
Si, è stato votato anche da noi all’unanimità, tanto che recentemente con i Martelli d’Italia abbiamo fatto una maglietta per celebrare l’evento ed il gesto tecnico. Ce ne sono stati tanti ma quello resta il più bello.
Perchè il West Ham?
Ognuno di noi ha una storia diversa, non abbiamo un motivo che ci accomuna: non è una squadra vincente, in Inghilterra è diverso dall’Italia, dove fa comodo tifare un club piuttosto che un altro. La mia passione per gli Hammers nasce da quella per la musica e per i Pink Floyd, con il loro celebre video “Another Brick In The Wall” dove ci sono i martelli animati ed incrociati che si muovono: questo riferimento mi fece legare al West Ham fin da ragazzino. Per quanto riguarda gli altri componenti dei Martelli d’Italia, vista la nostra età medio alta, l’attrazione per gli Hammers è stimolata da fattori diversi rispetto ai sostenitori più giovani, che si sono avvicinati alla squadra grazie, ad esempio, al film Hooligans ed al libro, anche se la pellicola non ha nessun riferimento reale rispetto alla vera scena hooligans ed al movimento che esiste oggi. Nel nostro caso non è stato così, ma credo che molti italiani si siano avvicinati al West Ham per questo. Per quanto riguarda l’esperienza in Inghilterra, per noi dei Martelli d’Italia all’inizio è stata dura, ma adesso ci rispettano: prima erano molto sulle loro, poi hanno capito che c’è gente che dall’italia percorre centinaia di chilometri per arrivare fino a Londra. Adesso abbiamo amicizie, ci sentiamo quotidianamente.
Con Bilic hai quindi trovato un alleato sia nel rock e sia nello sport?
Lui è veramente rock… Anche se devo essere sincero: all’inizio ero molto scettico, ma poi mi ha fatto ricredere. E’ cambiato l’approccio, soprattutto con le big, con le quali perdevamo spesso, mentre quest’anno, esclusa una partita contro il Tottenham, abbiamo tenuto bene il campo, portando a casa ottimi risultati.
Forse non tutti lo sanno, ma uno dei derby più belli d’Inghilterra è quello tra West Ham e Millwall.
Certamente! La rivalità nasce tantissimi anni fa: mi hanno raccontato tante storie, ci sono stati scritti libri. Io ho vissuto solamente i racconti, non ne ho mai potuto vedere uno. E’ una rivalità sentitissima, dovuta anche alle problematiche di questa zona di Londra: l’East End non è una delle più belle della città ed il tessuto sociale di queste due comunità ha creato tifoserie belle toste. Inoltre, è difficile trovare una persona per il West Ham a Chelsea o uno per l’Arsenal a Tottenham, c’è molto attaccamento alle origini.
Si ringraziano Alberto e i Martelli d’Italia
Ecco la gallery con tutte le foto della serata (clicca qui)
Giacomo Brunetti
Twitter: @giacomobrun24