Il Manchester City ha avviato (secondo quanto si legge sul Corriere dello Sport) una nuova causa contro la Premier League contestando le recenti modifiche alle cosiddette regole sulle “transazioni tra parti associate”, approvate lo scorso novembre dalla lega inglese. Tali norme riguardano i related-party transactions introdotti dalla Premier League nel 2021, poco dopo che il fondo saudita Public Investment Fund (PIF) acquisì il Newcastle United. Queste regole sono state implementate per evitare conflitti di interesse e garantire che gli accordi commerciali tra i club e entità che potrebbero essere direttamente o indirettamente controllate dai proprietari siano condotti a condizioni di mercato giuste e trasparenti. L’introduzione di queste norme è stata una risposta a preoccupazioni su potenziali manovre per aumentare artificialmente il valore delle sponsorizzazioni e degli accordi commerciali, influenzando in modo scorretto il fair play finanziario o la competitività della Premier League. La normativa cerca di garantire che le transazioni di questo tipo siano valutate a un valore di mercato equo, minimizzando il rischio di manipolazioni da parte di proprietari con forti legami economici con altre entità. In sostanza, l’obiettivo è quello di assicurarsi che tutti i club operino su una base di equità, soprattutto per evitare che le risorse finanziarie di un proprietario possano influenzare in modo sproporzionato la competitività o la stabilità economica della lega.
Con questa denuncia, ora ci sono tre cause tra il City e la lega, mentre il club sta affrontando anche più di 100 accuse di presunte violazioni finanziarie.