12 Marzo 2016,ore 12.00

ITALIANS, Portieri: da Cudicini a Viviano

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I portieri, tra tutti i calciatori, sono i meno numerosi. Sia per fascino del ruolo (un bambino, giocando, sogna di più gli attaccanti e i fantasisti piuttosto che un giocatore che si sente poco), sia per necessità: in una squadra di 25-30 giocatori ci sarà bisogno di 3, massimo 4 portieri.

Non c’è da stupirsi se, quindi, da una nazione come l’Italia, i cui calciatori hanno da sempre preferito trasferimenti interni, pochissimi estremi difensori hanno deciso di andare all’estero.

Dagli anni ’90 sono solo otto i portieri migrati in Premier League.

I primi svernarono nel 1999: Carlo Cudicini e Massimo Taibi, rispettivamente al Chelsea e al Manchester United. Seguirono poi Matteo Sereni, Marco Ambrosio, Daniele Padelli ed Emiliano Viviano.

Nel mezzo Vito Mannone, una carriera in Inghilterra, ancora a difendere i pali del Sunderland.

Ultimo arrivato è Marco Amelia, chiamato dal Chelsea in quella che potrebbe essere la sua ultima tappa in una squadra importante. Dalle serie minori invece ci sono Michael Agazzi (Middlesbrough) e Marco Silvestri (Leeds United).

 

Liverpool's Daniele Padelli throws the ball during their English Premier League soccer match against Charlton Athletic in Liverpool May 13, 2007. NO ONLINE/INTERNET USE WITHOUT A LICENCE ENQUIRIES PLEASE TELEPHONE + 44 (0) 207 864 9000. REUTERS/Nigel Roddis (BRITAIN) Picture Supplied by Action Images *** Local Caption *** 2007-05-13T163945Z_01_LIV06_RTRIDSP_3_SOCCER-ENGLAND-LIVERPOOL-CHARLTONATHLETIC.jpg

 

IL NUMERO 12 CHE HA VINTO TUTTO, O QUASI

Il primo portiere migratore è stato Carlo Cudicini. Proveniente dal settore giovanile del Milan, non è mai riuscito a imporsi in rossonero, dovendo fare diverse esperienze in prestito: Como, Prato e Lazio, prima di passare a titolo definitivo al Castel di Sangro.

Poi il grande salto: nel 1999 lo chiama Gianluca Vialli, allenatore del Chelsea. Carlo accetta subito, consapevole di partire come secondo portiere. L’infortunio del titolare de Goey lo porta però in campo, si fa vedere e diventa titolare indiscusso vincendo una Coppa d’Inghilterra e una Community Shield.

Questo fino al 2003. Sotto la guida di Claudio Ranieri colleziona 26 presenze in campionato (complice anche un infortunio), mentre l’anno successivo viene riportato in panchina da Mourinho, che gli preferisce il portiere ceco Petr Čech. Passa 6 anni tra i sostituti, vincendo però tutto in ambito nazionale.

A fine gennaio del 2009 passa al Tottenham dove, ormai 35enne, inizia il suo declino calcistico. Dopo un incidente in moto, che per poco gli costa la carriera, si rimette al lavoro come leader silenzioso ma di esperienza, fino al passaggio al Los Angeles Galaxy.

Adesso è preparatore dei portieri della nazionale Under-21 dell’Irlanda.

 

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L’ATTESA RIPAGATA…

Il più giovane portiere italiano ad essere arrivato nella terra dei Leoni è Vito Mannone. Classe 1988, viene acquistato dall’Arsenal nel 2006 dopo essere cresciuto nelle giovanili dell’Atalanta. In tutti i suoi anni tra i Gunners giocherà pochissimo a Londra, ma grazie alle diverse cessioni in prestito riuscirà a fare esperienza. Verrà prestato al Barnsley per tre mesi, per testarne le capacità, e poi due anni all’Hull City. Non fatica troppo a trovare la titolarità, così può facilmente guadagnare fiducia nei propri mezzi e, al suo ritorno all’Emirates, può rivaleggiare con Szczęsny per un posto da titolare. Perde la sfida con il polacco e, nell’estate del 2013, passa a titolo definitivo al Sunderland. Con i Black Cats finalmente trova il posto fisso sia con Di Canio sia con Poyet. Diventa addirittura un eroe nel gennaio del 2014 quando para due rigori contro il Manchester United in semifinale della coppa di lega, ma sa chinare il capo quando, qualche mese dopo, a seguito di una sonora sconfitta con il Southampton (8-0 per i Saints) propone alla squadra di rimborsare il biglietto dei fedelissimi venuti in trasferta per inneggiarli.

 

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…E L’ATTESA DELUSA

A raccogliere l’eredità (in panchina) di Mannone fu Emiliano Viviano. Tornato a Palermo dopo il prestito alla sua amata Fiorentina, fu girato dai rosanero proprio ai Gunners, in prestito con diritto di riscatto. Fu una grossa delusione per lui, che collezionò soltanto sette panchine e una presenza con la squadra Under-21. Vince l’FA Cup e torna a Palermo, in ogni caso per non rimanere.

 

BOREHAMWOOD, ENGLAND - DECEMBER 02: Emiliano Viviano of Arsenal during the match between Arsenal U21 and Sunderland U21 at Meadow Park on December 2, 2013 in Borehamwood, England. (Photo by David Price/Arsenal FC via Getty Images) *** Local Caption *** Emiliano Viviano

 

IL BILANCIO

Non grande fortuna, quindi, per i portieri italiani in Inghilterra. Gli unici ad avere posto sono stati Cudicini e, da un paio d’anni Mannone, anche se con storie molto differenti. Discreto spazio l’ha avuto Sereni, mentre briciole per Taibi, Ambrosio, Padelli, Viviano e Amelia (non fanno una stagione in cinque). Premier da evitare per i portieri quindi? In linea di massima sì, a meno di insperati infortuni dei compagni di reparto.

 

I portieri italiani in Premier League dagli anni ’90 a oggi

-Carlo Cudicini: Chelsea, 1999-2009 (191;-165), Tottenham, 2009-2013 (37;-39);

-Massimo Taibi: Manchester United, 1999-2000 (4;-11);

-Matteo Sereni: Ipswich Town, 2001-2002 (31;-44)

-Marco Ambrosio: Chelsea, 2003-2004 (11;-13);

-Daniele Padelli: Liverpool, 2006-2007 (1;-2);

-Vito Mannone: Arsenal, 2006-2013 (23;-27), Barnsley, 2006 (3;-5), Sunderland 2013-oggi (61;-93);

-Emiliano Viviano: Arsenal, 2013-2014 (0;0);

-Marco Amelia: Chelsea, 2015-oggi (0;0).

 

Gli altri Italians:

-Difensori: Da Materazzi e Panucci a Darmian e Ogbonna, passando per Santon (CLICCA QUI)

 

Ruggero Rogasi