09 Aprile 2016,ore 12.00

ITALIANS, Allenatori: Italians do it better

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Dopo aver passato al setaccio i protagonisti sul campo, non possiamo non finire il viaggio tra gli in italiani in Premier League con gli allenatori. Nove allenatori nostrani nella storia della Premier, a cui si aggiungerà Conte dalla prossima estate. Dal giocatore-allenatore Vialli all’eterno secondo Ranieri, dal Mancio al signore delle finali Di Matteo.

 

SUNDERLAND, ENGLAND - APRIL 20: Paolo Di Canio manager of Sunderland celebrates victory after the Barclays Premier League match between Sunderland and Everton at the Stadium of Light on April 20, 2013 in Sunderland, England. (Photo by Michael Regan/Getty Images)
Nel 2013 Paolo Di Canio ha allenato, senza troppa fortuna, il Sunderland

 

IL PRIMO AD ALZARE IL NOME DEI BLUES

Il primo italiano a guidare una squadra inglese è stato Gianluca Vialli. Non, però, come semplice allenatore, ma bensì con il ruolo di giocatore-allenatore (stesso ruolo che ha avuto, di recente, Ryan Giggs al Manchester United). Il 12 febbraio del 1998 Gullit si dimette dalla guida del Chelsea, ed ecco che i Blues promuovono l’ex attaccante della Sampdoria. Il primo scorcio di stagione è un successo: riesce a vincere Coppa di Lega e Coppa delle Coppe, a cui si aggiunge il quarto posto in campionato e la Supercoppa UEFA contro il Real Madrid. Nella seconda stagione rimane a secco di trofei, arrivando al terzo posto in Premier e portando il Chelsea per la prima volta in Champions League (eliminato ai quarti di finale dal Barcellona). La sua terza stagione inizia con la vittoria della Charity Shield, ma il 12 settembre a causa di un avvio a basso tono e contrasti con alcuni membri dello spogliatoio, tra cui Zola. In seguito ha allenato il Watford per una sola stagione, arrivando al 14º posto in First Division.

 

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I primi trofei dei Blues dagli anni ’90 in poi sono arrivati sotto la guida di Gianluca Vialli, dopo un digiuno di oltre 20 anni

 

I SOLDI NON FANNO LA FELICITÀ

Dopo aver dominato in Serie A con l’Inter, nel dicembre del 2009 Roberto Mancini firmò un contratto con il Manchester City. Gli Skyblues erano all’inizio in un nuovo progetto, finanziato dai petroldollari dei nuovi, ricchissimi, proprietari. L’obiettivo della società era uno solo: affermare il nome dei Citizens prima in Inghilterra, poi in Europa. La sua prima stagione non è da dimenticare, ma il quinto posto finale (alle spalle del Tottenham, a pochi punti di vantaggio grazie allo scontro diretto nelle giornate finali) non è abbastanza per portare in alto il nome del City. Nella stagione successiva può pianificare il mercato, ingaggiando giocatori importanti come Balotelli, David Silva e Yaya Touré, cambiando così l’ossatura della squadra, rinforzandola in modo da trasformarla in una seria candidata alla vittoria del titolo. Un titolo arriva: è l’FA Cup, vinta contro lo Stoke City, primo trofeo vinto dopo 35 anni di digiuno. In Premier viene raggiunto il terzo posto, con prima, storica, qualificazione diretta in Champions League. È quello, in realtà, il grande obiettivo del principe Mansur bin Zayd Al Nahyan. Nel mercato estivo vengono ceduti molti esuberi e acquistati Savic, Clichy e Nasri, oltre al grande colpo Sergio Aguero, proveniente dall’Atletico Madrid. Il campionato inizia in grande stile, con 11 vittorie nelle prime 12 partite (compreso il 6-1 ai danni dei cugini dello United). Dopo un lungo testa a testa con i Red Devils, la banda di Mancini riesce a spuntarla all’ultima giornata con un gol di Aguero al 94º minuto contro il QPR, regalando il titolo che mancava da 44 anni nella Manchester azzurra. La Champions invece finisce ai gironi, la squadra viene retrocessa in Europa League ma l’avventura si conclude agli ottavi di finale. L’esperienza del Mancio all’Etihad si concluderà l’anno successivo, in seguito all’esonero per scarsi risultati in campionato e nelle coppe, lasciando il posto al secondo allenatore Brian Kidd.

 

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Yaya Touré è rimasto uno dei pupilli del Mancio, tanto che si parla di un suo passaggio in nerazzurro per la prossima estate

 

IL SOSTITUTO ECCELLENTE

Dopo aver fatto esperienza nelle serie minori con Milton Keynes Dons e West Bromwich Albion, nel settembre del 2011 Roberto Di Matteo fu ingaggiato dal Chelsea per fare il vice allenatore dietro ad André Villas-Boas, da tutti considerato l’erede di Mourinho. Con il portoghese, però, i risultati non sono quelli sperati, e i Blues decidono di esonerarlo e dare la guida della squadra al suo vice. Mai scelta fu più azzeccata! Mentre in campionato la squadra non riuscì ad imporsi, arrivando alla fine al sesto posto, in Champions League fu un autentico trionfo: nella finale giocata all’Allianz Arena, contro i padroni di casa del Bayern Monaco, i Blues vincono ai rigori dopo le reti di Müller e Drogba. Il suo nome viene portato in auge, il trofeo più desiderato da Roman Abramovic è finalmente in cassaforte. Di Matteo verrà però esonerato nel novembre successivo a causa di una partenza deludente, sostituito da Rafa Benitez, che porterà il Chelsea alla vittoria dell’Europa League.

 

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Malgrado la sua breve permanenza a Stamford Bridge, Di Matteo è uno degli allenatori più amati dai tifosi del Chelsea

 

MISTER VOLARE”

Tralasciando la sua esperienza quadriennale al Chelsea, in cui non ha vinto nulla, è bene parlare di Claudio Ranieri per quello che sta riuscendo a fare quest’anno. Alla guida del Leicester City sta facendo innamorare milioni di tifosi, anche avversari, grazie alla sua semplicità e la sua capacità di guidare una Cenerentola ai vertici della Premier League, dando torto a chi diceva, all’inizio della stagione, “il Leicester si sgonfierà presto”. Grazie alle giocate di Mahrez, la solidità di Huth, la tenacia di Kanté e le reti di Vardy (citando solo alcuni dei grandi, e inaspettati, protagonisti), le Foxes sono ancora in cima al campionato, a 7 punti di vantaggio sul Tottenham, a 6 giornate dal termine. Quasi tutte le sue conferenze stampa riescono a strappare un sorriso, i suoi tifosi gli intitolano cori da brividi (CLICCA QUI). Lui sta lì, al suo posto, a godersi i complimenti che gli spettano. Che vinca o meno la Premier League, questo sarà un anno indimenticabile per tutti.

 

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Ranieri abbraccia Vardy, per diverse settimane ai vertici della classifica dei marcatori in Premier League

 

IL BILANCIO

Bilancio di tutto rispetto per gli allenatori italiani Oltremanica. Ci sono, sì, allenatori “sfortunati”, che hanno avuto poco tempo sulle panchine o poco successo, ma ci sono tecnici che hanno portato alto il Tricolore. Vialli, Mancini, Ancelotti e Di Matteo hanno vinto più trofei alla guida di Chelsea e Manchester City, forse tra poco più di un mese a questo quartetto si aggiungerà anche Ranieri e, l’anno prossimo, Antonio Conte. Ma come mai i tecnici italiani sono così ambiti? Forse è l’abitudine alla tattica. Tutti definiscono la Serie A un campionato difficile, sebbene il livello sia calato drasticamente rispetto agli ultimi anni. E in effetti è vero: anche le cosiddette piccole squadre possono fare risultato contro le corazzate. Forse tutto questo deriva proprio dalla preparazione che viene data dedicata alla partita. Partendo dal modulo (in Inghilterra vanno di moda il 4-4-2 e le sue varianti) al modo di giocare, sulla velocità. Un allenatore formato in Italia invece varia sul modulo, arrivando anche a usarne più di uno durante la partita, e adatta gli schemi della squadra in base alle varie situazioni che gli si presentano. La stima degli allenatori nostrani, poi, è un po’ testimoniata anche dal fatto che tra il 2007 e il 2012 a guidare la Nazionale Inglese era Fabio Capello. Non ha conseguito grandissimi risultati, sia ben chiaro, ma nemmeno i suoi successori hanno potuto far di meglio con l’organico a disposizione. Dall’anno prossimo, in Premier, ci saranno Conte, Ranieri e, forse, Guidolin a tenere alto l’orgoglio nazionale. Un pizzico di tricolore tra i Leoni. Chi è stato il migliore? Difficile dirlo: a differenza dei calciatori, gli allenatori non lasciano impronte visibili a prima vista sul campo, e molto può dipendere dall’organico a disposizione, dall’annata degli interpreti e dall’entusiasmo della piazza. Se vogliamo parlare di titoli vinti, i migliori sono stati Mancini, Vialli, Ancelotti e Di Matteo. Ma se vogliamo parlare di lavoro con i ragazzi, di miglioramenti portati nel gioco e nei risultati, allora a vincere non può essere che Ranieri.

 

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Dopo anni di dominio assoluto delle solite squadre in Premier League, sono tantissimi a tifare per il Leicester City per la corsa al titolo

 

 

Gli allenatori italiani in Premier League dagli anni ’90 a oggi

-Gianluca Vialli, Chelsea (13 febbraio 1998-12 settembre 2000; 118 panchine; 1,81 punti a partita) primi anni come allenatore-giocatore; Watford (1 luglio 2001-14 giugno 2002; 46 panchine; 1,28 punti a partita);

-Attilio Lombardo, Crystal Palace (13 marzo 1998-29 aprile 1998; 7 panchine; 0,86 punti a partita) come giocatore-allenatore del Palace; Manchester City (vice, 17 luglio 2010-20 luglio 2013); MCU21 (20 luglio 2012-15 maggio 2013; 24 panchine; 1,08 punti a partita);

-Claudio Ranieri, Chelsea (18 settembre 2000-30 giugno 2004; 173 panchine; 1,79 punti a partita); Leicester City (13 luglio 2015-ora; 37 panchine; 2,05 punti a partita);

-Gianfranco Zola, West Ham (11 settembre 2008-11 maggio 2010; 81 panchine; 1,11 punti a partita); Watford (8 luglio 2012-16 dicembre 2013; 75 panchine; 1,52 punti a partita);

-Carlo Ancelotti, Chelsea (1 luglio 2009-22 maggio 2011; 109 panchine; 2,03 punti a partita);

Roberto Mancini, Manchester City (19 dicembre 2009-13 maggio 2013; 191 panchine; 1,97 punti a partita);

Roberto Di Matteo, Chelsea (4 marzo 2012-21 novembre 2012; 42 panchine; 1,98 punti a partita);

-Paolo Di Canio, Sunderland (31 marzo 2013-22 settembre 2013; 13 panchine; 0,92 punti a partita)

-Francesco Guidolin, Swansea (18 gennaio 2016-ora; 7 panchine; 1,29 punti a partita);

-Antonio Conte, (CLICCA QUI)

 

RUGGERO ROGASI

 

 

Gli altri Italians

-Portieri: Da Cudicini a Viviano CLICCA QUI

-Difensori: Da Materazzi e Panucci a Darmian e Ogbonna, passando per Santon CLICCA QUI

-Centrocampisti: Da Di Matteo a Giak, e le “colonie inglesi”… CLICCA QUI

-Attaccanti: Da Zola a Paloschi, e il doppio Balo… CLICCA QUI