29 Marzo 2016,ore 8.38

FOCUS CP: Il West Ham di Bilic, socialista rock che gioca con gli elementi

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Siamo spesso alla ricerca della perfezione, quella che l’uomo pensa di poter trovare da secoli ma che puntualmente gli sfugge quando crede di averla tra le mani. La sensazione estetica di essa poi, come scrisse una volta Pessoa, può diventare scienza e l’originalità essere coltivata come una disciplina. Ecco, il West Ham di Slaven Bilic, il mago venuto da Spalato, città che deve il suo nome alla ginestra spinosa, fiore che dà frutti senza peli, proprio come la squadra del tecnico croato, cinica e orfana di surrogati, si riflette in questa affermazione come davanti una bella ragazza davanti ad uno specchio.
Sostanzialmente, io ti aspetto, non ti concedo niente e riparto: ho gente come Payet che con un tocco d’esterno gli attaccanti li manda in porta. Imposto un 4-2-3-1, di fronte al quale sarai tu a doverti adattare a ciò che io ho pensato per questo sabato, dove, come spiegò Bilic ai tempi del Besiktas,non ci sono giocatori tecnico-tatticamente ricchi o poveri, siamo senza divari”. Un’impostazione socialista, come lui, che definì il suo team proprio così, autoproclamandosi appartenente a quel sistema che vuol portare avanti coloro che sono nati indietro, come disse Pietro Nenni, e portatore di idee come “sono consapevole di non poter salvare il mondo da solo, ma se c’è una battaglia contro l’ingiustizia, preferisco essere in prima linea a combatterla”. Che tipo, Bilic.

 

Dimitri Payet, rivelazione della Premier, esulta con la maglia degli Hammers
Dimitri Payet, rivelazione della Premier, esulta con la maglia degli Hammers

 

In campo, come detto, non aspettatevi che la sua squadra faccia la partita per novanta minuti: a lui serve compattezza nel mezzo al campo e qualità, quella pura ed estrema, in avanti, con l’unica punta che deve avere una grande caratteristica, forse la più rara, ovvero vedere la porta. E non importa se per farlo serve lanciare un ragazzino del ’98 all’esordio contro l’Arsenal: Reece Oxford avrebbe potuto avere anche settanta anni, a lui non sarebbe interessato. Manca Song a far da diga con Kouyatè? No problem, con atteggiamento poco british e molta faccia tosta, lancio il talentino. Poi, come detto, nei tre dietro all’unica punta, serve la qualità: se in estate metti 15 milioni su Payet, sfrutti l’usato sicuro, peschi il jolly ed esulti con fierezza; quando poi al centro piazzi Noble, una vita da Hammers e la fascia al braccio, portato via dal padre dal vivaio dell’Arsenal per arrivare nel nord di Londra prima dei quindici anni, del quale conosci pregi e difetti; ma se provi a rivitalizzare Moses, vai a ripescare Lanzini che si era perso tra i soldi macchiati di petrolio e scopri Michail Antonio, che fino all’anno prima poltriva nelle divisioni inferiori forse tradito da un esordio troppo precoce, allora vuol dire che il talento ce l’hai. Slaven Bilic è questo, non ha paura, ha una rosa talmente ampia, variegata e tecnicamente propedeutica alle sue idee da far invidia a qualunque direttore sportivo d’Europa: ma di cosa ci stupiamo, l’ha detto lui, “qui dentro siamo tutti uguali”. Obiang, Enner Valencia, Andy Carroll, ha riserve all’avanguardia per Upton Park.

 

Il West Ham esulta nella partita finita 2-2 contro il Chelsea
Il West Ham esulta nella partita finita 2-2 contro il Chelsea

 

Certo, i pezzi ci sono, ma per unirli si deve essere capaci: vista con gli occhi di Adrian, il portiere, la linea a quattro è composta principalmente da Cresswell, Reid, il redivivo Ogbonna e Byram, con i terzini, il primo e l’ultimo, che spingono su quelle fasce come se avessero il treno tra due minuti e fossero ancora sotto la doccia. Corrono, corrono, eccome se corrono gli uomini del croato: nel mezzo, poi, Reid ed Ogbonna sono diventati maestri nell’anticipo e nella risoluzione delle mischie, con il neozelandese naturalizzato danese, forse l’unica persona al mondo a potersi fregiare di questo titolo, ormai esperto di Premier League e cardine dell’impostazione della manovra degli Hammers. Il centrocampo, già descritto, è la classica diga invalicabile, più dedita alla copertura che all’inserimento: a quello ci pensano i quattro davanti, anche se non è così scontato, visto che spesso almeno due trequartisti si abbassano a fare densità nel mezzo al campo e mettono in difficoltà il portatore di palla, a questo punto più incline a perdere il possesso e a favorire la ripartenza bruciante del West Ham.
La recente partita contro il Chelsea, terminata 2-2, è il calco più autentico del fenomeno-Hammers: Adrian rinvia il pallone dopo un’offensiva Blues, la sua squadra la amministra con il fisico e, dopo due tocchi, porta improvvisamente quattro giocatori nella metà campo avversaria, dove Payet controlla e poi Lanzini trova la magia che toglie non solo le ragnatele sotto l’incrocio ma anche il fiato. La seconda rete ha sempre il timbro del francese nelle vesti di uomo assist: pallone recuperato e gestito a centrocampo, con il mediano che si alza e serve Payet che, dopo aver controllato, sa che Carroll nel frattempo ha tagliato il campo verticalizzando a suo favore, spezzando in due la fragile difesa di Hiddink regalando la gioia ai suoi tifosi.

 

Slaven Bilic, appassionato di rock, con la chitarra in mano suona sui tetti di Spalato
Slaven Bilic, appassionato di rock, con la chitarra in mano suona sui tetti di Spalato

 

Sono 51 i punti in classifica del West Ham, l’ammazza grandi che adesso sogna la Champions League. E ci sarà un motivo se tutte le voci di mercato sono sugli Hammers, da Lacazette a Batshuayi, chi non vorrebbe arrivare alla corte di Slaven Bilic, che l’estetica la trova facendo sì che tutti possano applicare il metodo e non imponendolo come unica medicina. Un ritmo di gioco attendista ed a tratti heavy metal, nel nome di quella musica che lo accompagna nella sua vita, misto al rock, specie quando ascolta i suoi amatissimi ed adesso vicini geograficamente U2, la sua band preferita. “In the name of love”, come canterebbe quindi Bono, nel nome dell’amore per il campo e per l’essenzialità.

 

Giacomo Brunetti

(calciodatastierablog.wordpress.com)