05 Marzo 2016,ore 11.30

FOCUS CP: Quando il Belgio conquistò la Premier

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Il 13 novembre scorso, nell’amichevole tra Belgio e Italia, il ct belga Marc Wilmots ha mandato in campo questi giocatori:

Mignolet (Liverpool); Cavanda (Trabzonspor), Alderweireld (Tottenham), Lombaerts (Zenit San Pietroburgo), Vertonghen (Tottenham); Nainggolan (Roma), Witsel (Zenit San Pietroburgo), De Bruyne (Manchester City); Carrasco (Atletico Madrid), Lukaku (Everton), Hazard (Chelsea).

Uno dei dati più interessanti che saltano all’occhio è che la maggior parte dei giocatori in campo militano in Premier League: ben 6 titolari su 11!

E non finisce qui: alcuni dei giocatori più importanti non erano nemmeno in campo!

Mancavano infatti, tra i più conosciuti, Courtois (Chelsea), Dembelé (Tottenham), Fellaini (Manchester United), Kompany (Manchester City), Origi e Benteke (Liverpool).

È chiaro, quindi, che la Premier League ha sempre un occhio sul calcio belga, in crescita negli ultimi anni.

Il primo arrivato di questa nuova generazione di fenomeni è stato Vincent Kompany, nel 2008, dall’Amburgo ai Citizens. Non era ancora il City degli sceicchi, il belga fu comprato per 8,5 milioni di euro e si ritagliò da subito il suo spazio da titolare. Anche Fellaini arriva lo stesso anno, dallo Standard Liegi all’Everton, per 18,5 milioni di euro. L’allora 20enne diventa l’acquisto più importante dei Toffees e si rende decisivo nella qualificazione alla Coppa UEFA.

 

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Il prodotto belga piace e si fa vedere, così arriva nel 2009 Vermaelen (Arsenal), nel 2010 Mignolet (Sunderland) e Dembelé (Fulham), nel 2011 Januzaj (Manchester United), Courtois e Lukaku (Chelsea). Nel 2012 un’autentica migrazione: Vertonghen (Tottenham), Mirallas (Everton), Benteke (Aston Villa), Eden e Thorgan Hazard (Chelsea). Nel 2013 De Bruyne (Chelsea) e Chadli (Tottenham). Infine nel 2014 Denayer (Manchester City) e Origi (Liverpool, si aggregherà ai Reds solo nel 2015).

 

Chi arriva, chi parte, chi torna

Non tutti hanno saputo imporsi da subito nella propria squadra.

I titolari immediati sono stati Kompany, Fellaini, Mignolet, Dembelé, Mirallas, Eden Hazard, Benteke e Alderweireld.

Gli altri hanno dovuto aspettare. Qualcuno è rimasto dov’era, come Chadli, aspettando il momento propizio per farsi spazio. Altri hanno viaggiato un po’ in prestito prima di trovare il posto giusto. E tutti dal Chelsea! Quello che ha viaggiato di più (ma che poi ha tratto più frutti) è di sicuro Romelu Lukaku: il classe 1993 non riusciva a imporsi davvero con i Blues, così è stato mandato in prestito prima al West Brom, poi all’Everton. I Toffees, dopo una buonissima stagione, lo hanno riscattato per 35 milioni di euro e adesso compete per il titolo di capocannoniere. Percorso simile lo ha avuto Thorgan Hazard: fratello del più famoso Eden, è stato acquistato in contemporanea, nella speranza che avesse le stesse qualità. Mai una presenza a Stanford Bridge, torna prima in Belgio per finire in Germania, al Borussia Mönchengladbach a titolo definitivo. Il portiere Thibaut Courtois è stato mandato invece un paio d’anni in Spagna, all’Atletico Madrid. Cresciuto tantissimo sia nelle qualità sia nella personalità, ha vinto la Liga ed è arrivato in finale di Champions League per poi tornare alla base e prendersi il posto da titolare. Infine De Bruyne. Il Chelsea lo acquista dal Genk, lo gira in prestito al Werder Brema e poi al Wolfsburg, che lo rileva a titolo definitivo su richiesta dello stesso trequartista perché non avrebbe trovato spazio a Londra. Fa un’annata spettacolare in Germania e viene acquistato dal Manchester City per quasi 80 milioni di euro, tornando in Premier da avversario.

 

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E c’è chi si è mosso all’interno della Premier, come Fellaini (dall’Everton al Manchester United, ma senza fortuna), Mignolet (dal Sunderland al Liverpool) e Benteke, che dall’Aston Villa è stato pagato a peso d’oro (46,5 milioni di euro) nel suo passaggio ai Reds.

Gli ultimi sono Jason Denayer e Adnan Januzaj. Il primo, difensore classe 1995, non trovando spazio al Manchester City è stato ceduto prima in prestito al Celtic e poi al Galatasaray (ma è stato vicino anche alla Fiorentina). Sta giocando con continuità e per lui si prospetta un grande futuro al fianco di Kompany. Januzaj invece è andato in prestito al Borussia Dortmund, ma è tornato dopo qualche mese allo United nella speranza di trovare più spazio.

 

Come mai questa attenzione?

Cerchiamo adesso di capire come mai gli osservatori delle squadre della Premier guardano così tanto la Jupiler Pro League, e anche perché i belgi scelgono volentieri il campionato inglese.

Innanzitutto il calcio belga è in crescita. Non tanto per la competitività del campionato, ma per i talenti che vi stanno crescendo. Inutile dire che le migliori fucine di talenti sono Anderlecht e Standard Liegi.

A guardarlo bene il calcio belga è una brutta copia di quello inglese: muscolare ed esplosivo, non si perde molto in schemi complicati ma punta al sodo, sulla velocità e le giocate dei giocatori più tecnici e il fisico dei più robusti. Una specie di palestra per aspiranti “inglesi”.

In più c’è l’aspetto geografico. È vero, può sembrare banale, ma immaginatevi un ragazzo di 18-20 anni che parte per un’esperienza all’estero: i problemi di ambientamento sono sempre dietro l’angolo, un giocatore può avere tutto il talento di questo mondo, ma se non ha nessuno che gli può stare davvero dietro è difficile che sfondi. Il Belgio è molto vicino all’Inghilterra, quindi non costerebbe nulla a lui, e nemmeno alla famiglia, spostarsi (considerando poi che molti club si assicurano i favori delle famiglie dei giovani più talentuosi sobbarcandosi alcune delle spese essenziali). Quindi, per esempio, Romelu Lukaku potrebbe andare a trovare il fratello Jordan (che gioca nell’Ostende) e la famiglia con un viaggio in aereo di poche ore, o viceversa.

 

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E, ovviamente, l’aspetto economico: anche la più forte e ricca squadra fiamminga non può riuscire a trattenere un talentuoso giocatore che si vede arrivare le sirene di una squadra più stabile dal punto di vista monetario.

Poi diciamocelo: un giovane belga di belle speranze, alla chiamata di una squadra che milita in uno dei campionati più prestigiosi al mondo, cosa farebbe? Rifiuterebbe? Io non credo proprio.

 

Chi potrebbero essere i prossimi?

Passiamo al futuro: chi potrebbe essere il prossimo fenomeno proveniente dal Belgio?

Mi vengono in mente, ora come ora quattro giocatori pronti già adesso più uno che, se dovesse esplodere, potrebbe dire il suo.

Il primo è Michy Batshuayi. Classe 1993, scuola Standard Liegi ma al Marsiglia dalla scorsa estate, pagato circa 6 milioni, è letteralmente esploso quest’anno in Francia segnando, fin qui, 13 gol in 26 partite di campionato. È seguito con attenzione dal Tottenham in caso di cessione di Kane, ma occhio all’Arsenal, che potrebbe farci un pensierino in caso di partenza di Giroud, e al Chelsea, che in fatto di fiamminghi sa il fatto suo.

Il secondo è Dennis Praet. Trequartista dell’Anderlecht, 22 anni da compiere e numero 10 sulle spalle, è considerato uno dei diamanti del Constant Vanden Stock Stadion, abbina dribbling a piedi buoni. Nel recente passato hanno chiesto informazioni Fiorentina e Arsenal. Lui è voluto rimanere ancora un po’ nella sua squadra natìa, ma si prevede un trasferimento in futuro.

 

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E poi c’è Youri Tielemans, sempre con i bianco-malva. Lui è destinato a grandi palcoscenici: 18 anni, ambidestro, centrocampista completo, può ricordare per caratteristiche fisiche a Yaya Touré, ma grazie all’età può migliorare tantissimo in ogni zona del centrocampo. Il Manchester United si è detto molto interessato, con Renato Sanches del Benfica potrebbe comporre una linea mediana tanto muscolare quanto di qualità, ma costa tanto, e la squadra sa farsi pagare profumatamente.

Il terzo è Zakaria Bakkali. Ala appena 20enne, di origini marocchine, cresciuto nel PSV (insieme ad un altro celebre belga, Dries Mertens, ora al Napoli), ha creato qualche dissapore con gli olandesi per non aver rinnovato il contratto ed essersi accasato a parametro zero al Valencia, in Spagna, la scorsa estate. È considerato un talento cristallino, finora a causa anche di qualche infortunio di troppo non è riuscito a imporsi come vorrebbe. Vedremo.

Ora l’azzardo: Siebe Schrijvers. Ai più forse dirà poco, ma vederlo giocare è un piacere per gli occhi. Nato nel ’96, è un attaccante rapido e piccolo di statura, gioca per lo più al centro dell’attacco ma può adattarsi come ala, a destra o a sinistra è indifferente. Gioca nel Waasland-Beveren ma è di proprietà del Genk. Finora non ha avuto moltissime opportunità per mettersi in mostra, ma se trovasse spazio potrebbe prendere confidenza con le sue qualità e diventare oggetto del desiderio di molte squadre.

 

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La formazione dei “belginglesi”

Courtois; Alderweireled, Kompany, Denayer, Vertonghen; Fellaini, Dembelé; Mirallas, De Bruyne, Hazard; Lukaku.

Rimangono fuori i vari Benteke, Origi, Januzaj, Mignolet, Chadli… Una formazione di tutto rispetto, contando che vengono solo da un campionato.

In vista di Euro2016 fa quasi paura.

 

RUGGERO ROGASI