07 Maggio 2016,ore 15.00

FOCUS CP:Il “campionato spezzatino” è un bene?

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Alla fine il momento è arrivato. Immaginiamo la scena: lunedì 2 maggio sera, i tifosi del Leicester City aspettano trepidanti il fischio finale di Chelsea-Tottenham, sul 2-2 dopo il pareggio di Hazard.

Sono davanti ad una televisione, a casa loro o al King Power Stadium, dove sono stati messi i maxi schermi. Ecco, ci siamo, l’arbitro fischia, Leicester campione d’Inghilterra, il Tottenham non li può più raggiungere. Cori, feste, urla, baci, abbracci. È una data storica per la Premier League e per la squadra stessa, mai arrivata così in alto nei suoi 132 anni di storia.

 

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Il gol del pareggio di Wes Morgan che, di fatto, ha dato il titolo alle Foxes

 

A immaginarla così, però, la cosa può lasciare un po’ l’amaro in bocca.

Proviamo ad immaginare la vicenda in un altro modo.

Old Trafford, si sta giocando Manchester United-Leicester City, il punteggio è fisso sull’1-1. I tifosi delle Foxes sono in fermento, perché il pareggio potrebbe non bastare per il titolo, perché nello stesso momento il Tottenham sta vincendo sul campo del Chelsea.

Ma ecco! All’83’ segna Hazard per il Chelsea, 2-2! Adesso il Leicester sarebbe campione! Cominciano cori, feste, urla, baci, abbracci. Ma non è ancora finita, non si può cantar vittoria ancora. Ci sono ancora dei minuti da giocare in cui tutto può succedere. All’86’ la squadra rimane in 10 per l’espulsione di Drinkwater, lo United può quindi premere ancora per l’assalto finale.

Triplice fischio, squadre negli spogliatoi. Anzi no, perché i giocatori devono sapere cosa sta succedendo nell’altro campo. “Pareggio? Sì! Pareggio! Siamo campioni!” e iniziano a festeggiare nel rettangolo di gioco, portando in trionfo il tecnico e salutando i tifosi arrivati a Manchester per seguire la squadra.

Ora fermiamoci.

Quale, tra i due finali, vi sembra il più bello?

Per i più passionali, i più romantici, sicuramente il secondo finale è molto più bello e appagante del primo: crea suspense, attesa, angoscia e, poi, immenso sollievo e gioia.

Per il primo finale sì, i tifosi avranno aspettato poco più di 24 ore, ma l’idea di vincere il titolo in questo modo, senza poter acclamare in tempo reale i propri beniamini, non è la stessa cosa.

 

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Tifosi del Leicester in festa durante una partita dei loro beniamini

 

Quindi arriviamo al solo: il cosidetto “campionato spezzatino” è un bene?

Per chi gestisce media e tv sicuramente sì, dato che in questo modo ha meno partite in contemporanea e, potenzialmente, più spettatori possono guardare diverse partite grazie ai diversi orari di programmazione. Anche per dei tifosi più “neutrali” può essere un vantaggio, dato che il palinsesto televisivo è capace di proporgli partite in diversi momenti della giornata.

Per la competitività del campionato, però, può essere uno svantaggio. A meno che non sia stato gestito al meglio.

Prendiamo, ad esempio, la corsa al titolo a cui abbiamo assistito fino alla vittoria del Leicester.

Il Tottenham ha superato il Manchester City, piazzandosi al secondo posto, dopo la 25^ giornata di campionato (sconfitta dei Citizens contro il Leicester, vittoria degli Spurs sul Watford).

Da allora, in 11 turni, le due contendenti al titolo non hanno mai giocato in contemporanea.

Anzi, ben 8 volte su 11 la squadra di Pochettino ha giocato già sapendo il risultato dei rivali.

Non per forza un vantaggio, sia per il risultato della truppa di Ranieri, sia per le pressioni che potevano pesare sulle spalle di Kane e compagni.

Se, poi, Mahrez e compagni avessero vinto all’Old Trafford, la partita di Stamford Bridge sarebbe stata completamente inutile per gli Spurs, dando un leggero vantaggio al Chelsea, ancora in corsa (virtualmente) per un piazzamento in Europa League.

Una cosa del genere, però, potrebbe creare problemi: le squadre in campo sono 20, alcune giocano le coppe internazionali e da gestire ci sono ben due coppe nazionali. Tra incroci di obiettivi e altro si rischierebbe di vedere il campionato in una giornata sola, ripartendo da capo.

Quindi sì, il “campionato spezzatino” può essere utile per il campionato, se usato con criterio, anche se può perdersi un po’ di competitività in alcune fasi del campionato. Almeno per le ultime partite della stagione, a seconda delle situazioni, squadre in corsa per lo stesso obiettivo e relativamente vicine in classifica potrebbero giocare nello stesso momento o con differenze di orario più piccole (un tempo di gioco?), ma il tutto andrebbe a cozzare col Dio Denaro, padrone assoluto nella gestione della televisione e, di conseguenza, del calcio stesso.

 

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Vincere in casa con gol del bomber Vardy come sarebbe stato?

 

E già che ci siamo, tornando al Leicester, immaginiamo un terzo scenario.

All’Old Trafford è finita con un pareggio, gli Spurs hanno trionfato a Stamford Bridge. Le squadre giocano nello stesso momento. Al King Power Stadium si gioca una partita tiratissima, con l’Everton che cerca di non buttare via un finale di stagione senza pretese e i tifosi sugli spalti che incitano senza fine Vardy, Mahrez, Kanté e tutti gli altri. Nel frattempo a White Hart Lane Kane sta portando al successo il Tottenham, avvicinandolo ancora di più ad un’insperata rimonta.

Ma ecco, al 90′ minuto, Mahrez manda Vardy davanti ad Howard. Rete. I tifosi sono in festa, commossi. È il gol scudetto, tra le mura amiche. Triplice fischio, Leicester campione. Ranieri e tutta la squadra salutano i fedelissimi accorsi allo stadio.

È un finale più bello degli altri due, non pensate?

 

RUGGERO ROGASI