Il calcio è da sempre sinonimo di velocità. Corsa, gambe che si muovono a destra e a sinistra e palloni che volano sotto l’incrocio dei pali.
Trovare e vedere da vicino giocatori veloci è bello, ti dà una sensazione di sollievo osservare qualcuno che a grandi falcate supera tutto e tutti, soprattutto se si tratta di un giocatore della tua squadra.
Pensate ora a un giocatore che riesce a fare tutto questo dando l’impressione di camminare, non che lo faccia per davvero, ma riuscendo a far sembrare una passeggiata anche la cavalcata dell’ultimo minuto di recupero. Se mettete a fuoco l’immagine troverete Yaya Touré, veloce come gazzella ma imponente come un gigante della natura. Il giocatore ivoriano ha una delle posture più strane del panorama calcistico dell’ultimo decennio, una camminata che nessun altro giocatore ha mai lontanamente immaginato. Ogni volta che si sposta riesce a farlo con leggiadria nonostante il suo metro e novanta di spessore, spessore che riesce a mettere anche sul campo dando l’impressione di non versare né una goccia di sudore né di fatica durante ogni partita, che siano 90 minuti o tempi supplementari.
Praticamente giocando da fermo riesce a far sembrare semplice qualsiasi giocata, fenomenale nell’impostazione quanto nei tiri dalla distanza, dotato di tutto: tecnica, potenza e un atletismo da maratoneta.
Più atletismo e resistenza che velocità esplosiva, ma il mix generato dalle doti di Yaya lo ha reso un giocatore unico nel suo genere e, cosa più importante, una pedina indispensabile nello scacchiere del Manchester City.
Nato nella patria degli elefanti, la Costa d’Avorio, grazie all’imponenza delle sue gambe Yaya riesce ad arrivare dove gli altri non possono fisicamente, riesce a farlo con insperata e stupefacente velocità e riesce a farlo in una maniera difficilmente imitabile da altri aspiranti Touré.
Kondogbia e Pogba sono solo due dei tanti nati nella generazione Touré, a sua volta cresciuto con il mito di un suo simile – perlomeno fisicamente – quale è stato Patrick Vieira.

Fa strano pensare che un allenatore intelligente e navigato come Pep Guardiola possa anche solo lontanamente pensare di privarsene, ma motivazioni e dissidi contrattuali rischiano di far partire con valigie e biglietto aereo in mano il “povero” Touré. Già, perché il giocatore ivoriano è il 4° giocatore più pagato in circolazione nel campionato europeo, secondo soltanto ai due marziani di Barça e Real e all’intoccabile Zlatan Ibrahimovic.
Qualità immense, fisico possente e contratto da capogiro hanno reso il centrocampista tuttofare ivoriano una delle stelle più limpide nella galassia del calcio europeo: Yaya Touré, l’uomo che cammina a passo d’uomo ma arriva comunque in porta. Arriva in porta perché vive un gradino sopra a tutti gli altri, un po’ per la possenza e un po’ per la tecnica strabiliante. Se vivi così, sapendo di avere comunque la strada spianata contro chiunque, beh allora puoi anche concederti di camminare. A passo d’uomo, anzi, alla Yaya.

Twitter @calciopremier
Foto in copertina di Lorenzo Semino
Disponibile anche su atuttocampo.eu