28 febbraio 2016. È stata la data del primo spartiacque nel calcio d’Inghilterra. Si assegnava il primo vero trofeo della stagione, la Football League Cup (anche chiamata, per motivi di sponsor, Capital One Cup). È una delle due coppe che che si giocano sul suolo britannico, insieme alla FA Cup, ancora in corso.
Il risultato lo sappiamo tutti: 1-1 al 90esimo minuto, con il Manchester City che passa in vantaggio con Fernandinho e il Liverpool che ribadisce con Coutinho, mandando le due squadre ai supplementari (grandi prestazioni dai parte dei portieri nei 30 minuti extra) e poi ai rigori, dove trionfano i Citizens grazie alle tre parate dagli 11 metri del secondo portiere Caballero.

City in trionfo, con Pellegrini che serve una prima risposta a chi già aspetta l’arrivo di Guardiola sulla panchina. Liverpool nel baratro, con un Klopp che, chiamato a rialzare il destino della stagione dei Reds, dice addio alla speranza di arrivare in Europa da una delle (non poche) porte di servizio possibili.
Già, questo perché la Capital One Cup, come anche quella della FA Cup, conferisce alla vincitrice la possibilità di qualificarsi per l’Europa League: fase a gironi per la seconda, più importante, terzo turno di qualificazione per la prima. Ma questo è un argomento che verrà approfondito in un’altra occasione.
Archiviata quella coppa, le due truppe hanno potuto concentrarsi, però, su un percorso più prestigioso e ambito della coppa “interna”: il City infatti aveva praticamente passato gli ottavi di finale di Champions League contro la Dinamo Kiev, il Liverpool aveva invece superato i tedeschi dell’Augsburg e si preparava al doppio confronto con gli acerrimi rivali del Manchester United.
Ed è lì che sono nate le loro speranze europee.
Superata la Dinamo, il City ha affrontato il Paris Saint-Germain in quello che si può considerare lo scontro tra le proprietà più ricche d’Europa: 2-2 al Parc des Princes, con De Bruyne e Fernandinho che rispondono a Ibrahimovic e Adrien Rabiot, 1-0 all’Etihad dove lo stesso belga, arrivato in estate per 75 milioni di euro, ha deciso la partita e la qualificazione.

Più lunga la strada per il Liverpool: dopo il doppio derby con lo United (3-1 risultato finale grazie a Sturridge, Firmino e Coutinho che rispondono a Martial), è arrivato il Borussia Dortmund, fresco boia del Tottenham di Pochettino e candidato numero uno alla vittoria finale.
Una partita del cuore per il tecnico Klopp: atmosfera da brividi al Signal Iduna Park, dove l’intero stadio ha cantato lo storico inno dei Reds “You’ll never walk alone”, ma dalla gioia e l’amicizia si passa ad agonismo e rivalità: passano in vantaggio gli ospiti grazie a Divock Origi, risponde all’inizio della ripresa il difensore tedesco Mats Hummels, rimandando tutto al ritorno ad Anfield.
Ritorno che comincia in maniera drammatica: dopo appena 9 minuti il Borussia è già avanti 2-0 grazie alle reti di Mkhitaryan e Aubameyang, dando l’idea di aver già conquistato il ticket per le semifinali. Il Liverpool si sveglia: attacca senza incidere troppo, scoprendo il fianco alle pericolose e velocissime ripartenze dei gialloneri. Fino al 48esimo: Emre Can lancia Origi, che batte Weidenfeller, scuotendo lo stadio e galvanizzando la squadra. Almeno fino al nuovo doppio vantaggio firmato da Reus.
1-3, serve il miracolo.
Al 66esimo Coutinho danza nello stretto e segna: 2-3, ancora non basta.
Al 78esimo Sakho vola più in alto di tutti sulla punizione battuta da Coutinho, superando Weidenfeller. 3-3. Non è ancora sufficiente a causa del maggior numero di gol in trasferta segnato dai tedeschi, che ormai si coprono.
Niente paura, ci pensa Dejan Lovren a segnare, regalando al 90esimo un passaggio in semifinale che nessuno avrebbe pronosticato dopo lo 0-2 iniziale.

E quasi fortunato è stato, per entrambe le compagini, il sorteggio.
Il City ha pescato il Real Madrid. Certo, non è il miglior cliente, ma la squadra di Zidane ha ogni tanto dei black out che possono trasformare marziani come Ronaldo e Bale in giocatori quasi normali. Avendo evitato poi il Bayern di Guardiola e l’Atletico Madrid, che ha eliminato il Barcellona…
Villarreal invece per Klopp, con lo spauracchio Siviglia passato allo Shakhtar Donetsk (date le due vittorie consecutive, c’è già chi la chiama “Siviglia League”, in caso di terzo successo un cambio di nome potrebbe anche venir fatto).
Ma quante speranze, o possibilità, hanno le due squadre per vincere nella rispettiva “League”?
A pensarci bene non è così utopico pensare ad una doppia vittoria inglese nelle competizioni europee: l’obiettivo è dietro l’angolo, mille variabili ed eventi possono decidere scontri che non per forza vedono un’assoluta favorita. Pensiamo poi che le presunte favorite sono state eliminate prematuramente: la Champions sembrava già in tasca al Barcellona, con il trio di marziani Messi-Suarez-Neymar che spargeva terrore nei campi di tutta Europa; l’Europa League ha visto invece Tottenham e Borussia Dortmund candidarsi come padrone del titolo ma mancanti all’appello, eliminandosi prima a vicenda e poi fermate proprio dal Liverpool.
In realtà i bookmakers danno il Manchester City ultimo tra le quatto semifinaliste, a 8 volte la posta, dietro a Atletico Madrid (4,5), Real (3) e Bayern (2,5), fidandosi poco delle possibilità del partente Pellegrini di chiudere l’esperienza a Manchester vincendo la coppa dalle grandi orecchie. Discorso molto diverso per il Liverpool, dato vittorioso a 2,65 volte la posta davanti a Siviglia (3), Villarreal (4,5) e Shakhtar (6,5). La grande reazione contro il Borussia ha convinto gli addetti ai lavori delle possibilità del Mago Klopp, capace di portare avanti una squadra che sembrava in crisi ma che davanti ha uomini come Benteke e Sturridge, un po’ fuori dai radar per motivi differenti, ma capaci di volgere a proprio favore le sorti di una partita sfruttando anche un solo pallone.
Non sarà certo una passeggiata per Reds e Skyblues, le avversarie che sono arrivate insieme a loro sono al loro posto perché se lo sono meritato.
Ma un pensiero alla doppietta, pensandola anche come una sorta di Inghilterra-Spagna, non guasta di certo.

RUGGERO ROGASI