14 Dicembre 2015,ore 18.00

DUELLI Ozil vs Silva: fino all’ultimo assist

duelli

In attesa dello scontro diretto di lunedì prossimo, CalcioPremier ha giocato in anticipo Arsenal-Manchester City mettendo a confronto due uomini chiave: Mesut Ozil da una parte, David Silva dall’altra. Talento, classe e giocate d’alta scuola, al servizio di compagni e spettacolo. 13 assist e 2 gol in 15 presenze in Premier League per il tedesco di origini turche, che guida la speciale classifica riservata agli assist-men; viaggia a medie simili lo spagnolo ex Valencia con 6 assist e 1 gol in 8 presenze.

Oltre all’enorme qualità e ad un sinistro cui manca solo la parola, Ozil e Silva hanno in comune un aspetto più di ogni altro: la predisposizione naturale all’ultimo passaggio. Entrambi danno lustro e visibilità, con i fatti, a parte di quella retorica sul gioco del calcio che ci capita di leggere o sentire spesso. Concetti noti e ripetuti in continuazione dai protagonisti di questo sport – a volte quasi meccanicamente – come l’importanza di giocare per i compagni o, ancora, il calcio è uno sport di squadra. Ecco, si può dire che Ozil e Silva sono interpreti ideali di questi concetti. Profeti laici del pallone: noi li vediamo in campo e tutto, all’improvviso, diventa più chiaro. Meravigliosi vagabondi del rettangolo verde: non hanno una zona di competenza specifica e limitata, perché gli artisti, si sa, vanno lasciati liberi di esprimersi. Il loro genio si manifesta soprattutto tra le linee del reparto offensivo. Destreggiarsi in quella porzione di campo, per loro, è un po’ come leggere tra le righe di un libro: occorre un’abilità particolare, che non tutti possono vantare.

Curioso il fatto che nessuno dei due indossi la maglia numero 10. Questo è uno di quei casi in cui si può veramente dire che sono solo numeri…. Ma anche la simbologia e l’immagine rivendicano il loro spazio nel calcio: due trequartisti così, con quei piedi e quella fantasia, devono portare sulle spalle quel numero. A maggior ragione così dovrebbe essere in un campionato come quello inglese storicamente poco incline al gioco creativo e in un calcio in cui la figura del trequartista puro si sta pian piano estinguendo, per lasciare spazio a nuove interpretazioni del ruolo, più adatte ai ritmi e alla fisicità di oggi.

OZIL

“He’s like a musician” ha detto un estasiato Wenger qualche giorno fa a proposito di Ozil. Unico nella sua capacità di essere decisivo nella discontinuità, il nazionale tedesco regala momenti di calcio puro quando si accende. A suo modo, è un visionario Mesut: vede linee di passaggio ignote alla massa e si esalta nello sfruttarle. Non a caso, ai tempi di Madrid, è stato soprannominato Il Mago di Oz. Compensa una velocità di gambe non molto elevata con una velocità di pensiero rara e una visione di gioco sopra la media. Può giocare in tutte le posizioni sulla trequarti, anche se dà il suo meglio in zona centrale a supporto delle punte. Dotato di un ottimo dribbling – raramente fine a se stesso – Ozil ha anche un buon tiro dalla distanza, nonostante sia questo uno dei fondamentali da lui meno esplorati.

Dal punto di vista caratteriale il numero 11 dell’Arsenal manifesta alcune debolezze che non lo fanno rendere al 100% con continuità e ritardano il suo passaggio dallo status di grande giocatore a quello di fuoriclasse assoluto. Gli capita ancora troppe volte di assentarsi dalla partita per lunghi tratti e, a volte, sembra soffrire particolarmente il gioco duro degli avversari e l’elevata intensità del match. È uno di quei giocatori croce e delizia per tifosi e allenatori: quando è in palla entusiasma, quando non gli va irrita.

In questa prima parte di campionato Ozil sta facendo grandi cose ed è risultato spesso decisivo per le sorti dei Gunners. Dei 13 assist messi a referto, ben 5 sono stati capitalizzati da Giroud, a testimonianza di un feeling non indifferente. Il tedesco, inoltre, ha una media di 1.5 tiri a partita, di 4.3 passaggi chiave – è il primo anche in questa statistica – e una percentuale di passaggi riusciti del 87.9% (dati WhoScored).

Ozil in 3 aggettivi: creativo, preciso, delicato.

 

SILVA

Parla la stessa lingua del tedesco David Silva, il folletto spagnolo dal tocco magico che fa impazzire i suoi tifosi e gli avversari. Giocatore estremamente mobile e imprevedibile, sfrutta al meglio il suo fisico esile e sgusciante per dribblare il diretto marcatore o inserirsi in area di rigore, e la sua tecnica sopraffina per prendere in mano, spesso e volentieri, il comando delle azioni della sua squadra. Ha una rapidità di esecuzione notevole e una visione di gioco periferica che gli consente di essere il vero playmaker del City dalla metà campo in su. Non è raro vedere Silva abbassarsi molto per andare a prendersi la palla e dettare i ritmi del possesso: una qualità, questa, di chiara derivazione iberica, che forse gli fa perdere qualcosa in fase di finalizzazione.

L’ex Valencia non è un personaggio molto appariscente, anzi. Alle urla e ai gesti in campo preferisce l’esempio trascinante delle giocate. È un leader silenzioso, direbbe qualcuno. Sicuramente non ha l’aggressività tra le sue doti migliori e ciò lo ha spinto da sempre a cercare di emergere con la tecnica anche contro avversari molto più ruvidi e forti fisicamente di lui. In questo senso, l’adattamento a un campionato intenso e difficile come la Premier è stato un piccolo capolavoro.

Altalenante il rendimento stagionale di Silva finora, più volte frenato da problemi fisici. Nelle poche presenze in campionato lo spagnolo ha comunque regalato quei lampi di alta classe cui ormai ci ha abituato. Oltre ai 6 assist e al gol segnato, nel suo bottino personale figurano altri dati statistici significativi: 1.1 tiri a partita, 2.5 passaggi chiave e una percentuale di passaggi riusciti del 88,15% (dati WhoScored).

Silva in 3 aggettivi: geniale, intelligente, leggero.

 

AND THE WINNER IS…

Il duello tra questi grandi fantasisti, che stanno estasiando la platea inglese da qualche anno a questa parte, è una di quelle sfide combattute, il cui vincitore è anche e soprattutto il frutto di preferenze personali che vanno oltre i numeri. E la mia preferenza va a David Silva.

Detto della forte somiglianza tra i due, ci sono diversi fattori che fanno pendere l’ago della mia bilancia verso lo spagnolo. Nonostante non sia certo da considerare un bomber, Silva è un giocatore complessivamente più concreto di Ozil e sicuramente più continuo sul lungo periodo. Inoltre, forse avvantaggiato dal baricentro basso, il 21 del Manchester City mi sembra anche più veloce del suo omologo tedesco, soprattutto nella conduzione della palla. Infine, ma non meno importante, c’è una differenza attitudinale da non trascurare: Silva ha già ampiamente mostrato di possedere una mentalità vincente e un’abitudine ai successi che Ozil non ha ancora avuto modo di sviluppare al massimo. Probabilmente decisiva, in questo senso, l’esperienza con le rispettive Nazionali e il diverso peso specifico dei due all’interno del gruppo. Non si può sottovalutare il fatto che lo spagnolo, a differenza del tedesco, è un perno imprescindibile per gli equilibri delle Furie Rosse, indipendentemente dal modulo utilizzato.

In ogni caso, quella in corso è una stagione ricca d’impegni per i due – con la coda degli Europei estivi in Francia – e, in qualche modo, decisiva per le loro carriere. Entrambi i giocatori sono nel pieno dell’attività e aspirano agli stessi obiettivi, sia con i club che con le Nazionali. Una prima importante battaglia si giocherà nel Monday night del prossimo turno all’Emirates Stadium. Il Natale sta arrivando, la corsa al titolo è entrata nel vivo, il clima è quello giusto: Ozil e Silva sono già pronti a regalarci spettacolo.  

E voi, chi pensate sia il più forte?

NICOLA CICCHELLI