04 Aprile 2025,ore 20.00

Dossena a CP/2: “Drogba impressionante. Ecco come lavorano in Premier”

European Football - UEFA Champions League - First Knockout Round MD8 - Liverpool FC v Real Madrid CF

Negli scorsi giorni vi abbiamo proposto la prima parte dell’intervista esclusiva ad Andrea Dossena. Qui invece troverete il resto della nostra chiaccherata. Ci eravamo lasciato parlando della sua esperienza al Liverpool

La tua esperienza al Liverpool viene ricordata per quei due gol in 4 giorni al Real ed al Manchester United. Raccontaci quei giorni

“Per me è stata una cosa fuori dalle righe, io ero un terzino e Benitez, da buon allenatore difensivo qual’era, mi mette alto nel 4-4-2. E io anche nel settore giovanile avevo fatto l’ala, andando a chiudere l’azione. Spesso mi capita di vedere l’azione come finisce con qualche secondo d’anticipo. In entrambe sono riuscito a capire che la palla forse poteva passare, e ho avuto la fortuna di fare due gol contro due squadroni. A me è piaciuto soprattutto quello contro il Manchester, il derby d’Inghilterra, partita sentitissima, in casa loro. Poi non è stato comunque semplice, di pallonetto, mentre quello col Real il cross di Mascherano era perfetto”

Un giocatore che ti ha impressionato in quegli anni di Premier?

“Un giocatore che senza ombra di dubbio, mi ha impressionato, è stato Drogba. Impresionante, ma anche rispetto ai miei compagni che cercavano di picchiarlo in campo, come Skrtel e Carragher, quell’anno abbiamo fatto anche il derby in Champions, quindi l’ho visto più di una volta. Mi aveva impressionato anche Walker, quando ero al Sunderland, nei primi anni di Tottenham, era velocissimo e non mi sono stupito della carriera che ha fatto. Non mi aveva sorpreso invece De Bruyne al Chelsea, che lo avevo marcato io. Non mi aveva stupito, invece guarda che giocatore che è diventato”

Ci sono così tante differenze nella metodologia del lavoro fra Italia ed Inghilterra?

“C’è tanta differenza, ma le loro squadre top si allenano giocando. Hanno i motori migliori, quindi si allenavano solo un’ora ad alta intensità. In Italia stimo l’Atalanta, non specula mai, non fanno sceneggiate. Tutte le altre devono giocare come lei, altrimenti perdono. In Inghilterra giocano tutti come l’Atalanta, se vai giù l’arbitro non fischia ed i tifosi ti offendono. Per questo devi andare a 1000, se non ti rendi conto che devi essere una macchina farai una fatica tremenda. Loro non ti aiutano tanto, e gli allenatori italiani laggiù fanno bene, applicando la metodologia italiana. Però se in Inghilterra se dici ai giocatori di fare il doppio allenamento perdi lo spogliatoio”

Per chiudere, quanto conta il fattore Anfield?

“La storia non entra in campo, ma conta, è così. Perchè il Real arriva sempre in finale? Perchè la storia conta. Ad Anfield sai che la partita non è mai chiusa, il tifoso ti spinge fino alla fine, sai che se il Liverpool non si arrende mai. Noi parecchie partite le avevamo recuperate così, mi ricordo un Liverpool-City, segnando due gol alla fine. Oppure un Liverpool-Dortmund in Europa League anni dopo. Il Liverpool ha spesso avuto squadroni, ma giocare ad Anfield e dire, sarà dura, ti condiziona mentalmente. In modo incoscio mi porto della negatività addosso”