Il 15 aprile non sarà mai un giorno come gli altri per la città di Liverpool, e per tutta l’Inghilterra. O quantomeno non lo è più dal 1989, il giorno del disastro di Hillsborough, la tragedia che ha sconvolto il calcio inglese. In Italia, e non solo, siamo spesso portati a pensare che sia la strage dell’Heysel ad aver cambiato il calcio britannico, ma fu 4 anni dopo che tutta l’Inghilterra si trovò a fare i conti con un sistema non più sostenibile. I vecchi e amatissimi impianti, che avevano reso grande il football al di là dello Stretto della Manica, non erano più sicuri. Questo, assieme ad una serie di errori poi rinosciuti nel tempo, portò al cosiddetto “Hillsborough disaster“. Oggi in occasione del trentasettesimo anniversario, vogliamo raccontare brevemente cosa successe, la storia giudiziaria che seguì l’evento, e i cambiamenti tutt’ora visibili in Premier League
Il contesto
Il 15 aprile 1989 era in programma una classica del calcio inglese, la semifinale di Fa Cup tra Nottingham Forest e Liverpool. Oggi le semifinali della coppa più antica del mondo vengono giocate a Wembley, ma all’epoca non era così, veniva scelto un campo neutro dove giocarsi l’accesso alla finale. Per quell’occasione venne scelto l’Hillsborough Stadium, casa dello Sheffield Wednesday. Un impianto (come molti in quegli anni), costruito alla fine del 1800. La partita, come detto, era una grande classica. Due squadre che avevano dominato il calcio europeo a cavallo tra gli anni 70 e gli inizi degli 80. In panchina per il Forest c’era ancora Brian Clough, mentre per i reds c’era Sir Kenny Dalglish, ex storico centravanti passato alla panchina. L’affluenza era quella delle grandi occasioni, data la passione che le due tifoserie hanno sempre nutrito per i rispettivi club.
L’errore fatale
Prima del fischio d’inizio però qualcosa non va, l’assegnazione dei posti disponibili per i tifosi è stata clamorosamente sbagliata. Gli scousers (i tifosi del Liverpool) erano noti per le loro trasferte di massa, molto spesso con un gran numero di presenze. A loro furono assegnati solo 24milaposti, mentre a quelli del Forest 29 mila. Lo stadio era diviso in 4 settori. I tifosi del Liverpool avrebbero dovuto occupare la North Stand e la West Stand, accedendovi tramite dei tornelli. Il commentatore della BBC presenta era John Motson, una delle voci più apprezzate in Inghilterra. Fin da subito notò qualcosa di strano, commentando così la ripartizione dei posti allo stadio, a pochi minuti dal fischio d’inizio: “Ci sono delle lacune, sapete, in alcune parti del campo. Beh, se guardate la zona del Liverpool, a destra della porta, non c’è quasi nessuno su quei gradini… ecco. Guardate laggiù”. Questo perchè l’afflusso dei tifosi reds era stato lento, a causa di una calca che si era venuta a creare nela zona dei tornelli. L’ingorgo aveva reso le operazioni di filtraggio della polizia molto lente. Alle 15:52 una buona parte dei tifosi era già dentro lo stadio, ma in moltissimi erano ancora fuori, i conti non tornavano. Proprio in questi istanti, per agevolare l’ingresso, fu presa una decisione che si rivelerà tragica, quella di aprire il Gate C. Ovvero l’apertura di un cancello che portava, attraverso un piccolo tunnel, direttamente alla North Stand e alla West Stand.
La tragedia
L’apertura del Gate C consentì ad un numero altissimo di tifosi (molti dei quali sprovvisti di biglietto), di entrare nello stadio in modo totalmente disordinato. In particolare molti affluirono nella Leppings Lane End, ovvero la gradinata inferiore, capace di contenere al massimo 2000 supporters. Il disastro era compiuto. Tantissimi tifosi si ritrovarono schiacciati verso le recinzioni, costruite in acciaio appositamente per resistere alle cariche degli hooligans e dai tentativi di invasione di campo. Qui subentra anche il contesto nel quale ci troviamo, quelli sono anni in cui tutti hanno paura del tifo organizzato inglese. Non a caso dopo l’Heysel la UEFA bandì le squadre dell’Inghilterra dalle proprie coppe per 5 anni. Il contrasto fra queste frange del tifo ed i membri delle forze dell’ordine sono un tema politico attuale. Qualcuno provò a salire nella gradinata superiore, aiutato dagli altri tifosi, per sfuggire alla calca. Questo purtroppo provocò il cedimento di una ringhiera, e di conseguenza la caduta di centinaia di persone proprio nella Leppings Lane End. Nessuno all’interno dello stadio si accorse realmente di quanto stava accadendo. La partita iniziò regolarmente, ma dopo 6 minuti il gioco si interruppe. La causa fu un’invasione di campo di alcuni scousers che cercavano di scappare dall’inferno che era diventata la gradinata.
La carica della polizia e la realizzazione
Come abbiamo detto cui sopra, la polizia non vedeva di buon’occhio i tifosi. per questo, pensando che si trattasse di un’invasione di campo classica, respinse le persone di nuovo verso le recinzioni. Dopo alcuni minuti però tutti capirono il reale motivo di tale gesto, e così gli ufficiali aprirono la curva, facendo defluire i tifosi reds in campo. Tutti si affrettarono ad entrare in campo, e solamente in quel momento si potè capire la tragedia che si era appena consumata. Il bilancio fu drammatico, con 95 morti, che diventarono 96 nel 1993. La più grande strage che lo sport inglese abbia mai subito. Il totale delle vittime arrivò a 97, quando Andrew Devine, rimasto in stato vegetativo per 32 anni, morì nel 2021.
La copertina del Sun e le inchieste
Come se non bastasse la tragedia avvenuta in campo, quello che successe dopo fu quasi peggiore. Il principale quotidiano inglese il The Sun, il 19 aprile, ovvero 4 giorni dopo, uscì con una copertina shockante. Il titolo recitava: “La verità“. Il quotidiano sosteneva che la causa dei 95 morti fosse attribuibile al comportamento dei tifosi del Liverpool, accusandoli di aver addirittura saccheggiato i portafogli delle vittime, o di aver urinato sugli agenti della polizia. La fonte era Gordon Sykes, ispettore di polizia locale, che sosteneva di aver soccorso 10-11 persone, e che non aveva ritrovato i loro effetti personali. Oltre a lui anche un membro del partito conservatore. Qui entra in gioco un cognome che ha cambiato per sempre il calcio inglese, Taylor. Peter Taylor era un giudice di Gosforth, e fu incaricato dal governo inglese di far luce sui fatti accaduti. Pochi mesi dopo fu redatto il Taylor Act. Ecco una parte del testo, riportata dalla BBC: “La chiusura del tunnel è stata un errore di prima grandezza e che il responsabile della sicurezza David Duckenfield non è riuscito a prendere il controllo effettivo”. Nel 1990 la Pubblica Accusa però “esclude l’avvio di incriminazioni penali contro lo Sheffield Wednesday FC, il Consiglio Comunale di Sheffield e gli ingegneri della sicurezza dello stadio Eastwoods”.
La svolta
Non era stata fatta chiarezza sui 96 morti di Sheffield, e numerose famiglie chiedevano la verità. Inoltre in molti sospettavano che la polizia locale avesse preso delle decisioni quantomeno controverse, come quella di congedare Duckenfield nel 1991, atte ad insabbiare l’accaduto. Nel 2009 il governo Cameron decise di istituire il Hillsborough indipendent Panel, su pressione di tutta la comunità di Liverpool. Nel 2012 arrivò la svolta, il rapporto della commissione. Dopo l’analisi di oltre 450mila documenti David Cameron in persona, scagionò completamente i tifosi reds: “A nome del governo voglio esprimere il mio profondo rammarico per questa doppia ingiustizia ai cui sono state sottoposte le vittime e i loro famigliari. Prima le accuse infamanti, poi più di due decenni per ottenere la verità. I tifosi del Liverpool non ebbero alcuna responsabilità”
Il Taylor Act
La Premier League di oggi, con stadi moderni e sicuri, è figlia di quel 15 aprile 1989. Il Taylor Act non conteneva solo i risultati dell’indagine preliminare dei fatti di Sheffield, ma dettava delle nuove normative di sicurezza per gli stadi, e severe punizioni per i comportamenti scorretti dei tifosi. La stretta dell’allora Prime Minister, ovvero Margaret Tatcher, secondo molti salvò il football inglese, e fu la base per la costruzione di quello che è oggi il campionato più bello al mondo. La Football League inglese obbligò i club a garantire un posto a sedere a chiunque avesse acquistato un biglietto. Prima del 1989 gli stadi inglesi erano sì affascinanti, vicini al campo, ma anche tremendamente insicuri. Gli spazi erano angusti, e le persone costrette spesso a stare in piedi per 90′. Venne creata la National Crime Intelligence Service Football Unit, per monitorare, e punire severamente i pericolosi hooligans. Oltre a questo vennero investiti oltre 350 milioni di Sterline per costruire, migliorare, gli impianti. Una tragedia che ha cambiato l’Inghilterra in positivo, ma che oltre a costare 97 vite, mise a nudo tutti i problemi del paese che il football lo ha inventato. I tifosi del Liverpool hanno boicottato il Sun proprio dal 19 aprile 1989, ed ogni anno il ricordo di questa vicenda è sempre più vivo.