22 Febbraio 2025,ore 10.38

“Il Re è Nudo”. Il ciclo di Guardiola è davvero finito

pep guardiola

I vestiti nuovi dell’imperatore” è una fiaba di Hans Andersen. Un vecchio sovrano se ne va in giro senza vestiti, credendo invece di indossare un tessuto sottolissimo e di moda. Fino a che un bambino innocente non urla “Il re è nudo”, a differenza dei servigiani di corte, asserviti al sovrano. Ci sembra la metafora più azzeccata per questo Manchester City. Il mese di gennaio sembrava aver rivestito completamente la squadra di Guardiola, una ventata d’aria fresca che avrebbe dovuto far ritornare i citizens ai fasti degli anni scorsi. Ed invece no, il Real Madrid ieri ha messo a nudo tutte le difficoltà, le insicurezze, di un Manchester City parso ormai alle corde. Come un pugile stremato, ma che prova a reggersi in piedi

Un mercato revival

Ripartiamo proprio dal mercato di gennaio, con un’osservazione particolare. Tutti gli acquisti di Guardiola sono sembrati una sorta di reincarnazione delle perdite degli ultimi mesi. Marmoush è chiaramente quella seconda punta, in grado di giocare con Haaland, proprio come lo era Julian Alvarez. Nico Gonzalez invece è un mini-Rodri (definizione data dallo stesso Guardiola). Gundogan in estate è stato un ritorno vero e proprio. Ma il City sembra quasi vittima di se stesso, vittima di un’identità ormai impressa nel dna. Ma questa stagione ha evidenziato tutti i limiti di questa squadra. Una difesa a centrocampo che soffre tremendamente la profondità, difetto storico del City, ma che senza un pressing efficace va ancora più in crisi. L’assenza di Rodri si fa sentire da mesi, non c’è più l’ancora di dare equilibrio alla barca azzurra. Un sistema statico, senza quelle variazioni tattiche geniali di Pep. Se ci pensiamo negli ultimi anni erano state molte le trovate innovative del catalano, la difesa a 3 con Stones che si alzava, la riscoperta della profondità con Haaland, la difesa con 4 centrali per avere controllo. Quest’anno non c’è stato niente di tutto questo.

I senatori assenti

Abbiamo parlato dei nuovi acquisti, a cui comunque va dato tempo. Il sistema di Guardiola è complesso, pieno di dettagli. Inoltre sono tutti giocatori giovani, provenienti da contesti diversi. Quello che non sembra esserci più è l’apporto dei senatori. Stones si è fatto male di nuovo, Ederson all’andata è stato letteralmente nella terra di nessuno, De Bruyne è afflito da continui problemi fisici. Anche Bernardo e Gundogan non sembrano avere il dinamismo e quella capacità di essere incisivi degli anni scorsi. Walker è stato il primo a lasciare, lontano parente di se stesso. Guardiola ha rinnovato, ma questo City ha bisogno di una vera e proprio rivoluzione. E forse anche il catalano dovrà dimostrare di poter cambiare ancora. Lo ha sempre fatto negli ultimi anni. Dicevano che con Haaland avrebbe fatto fatica, ma adesso la sfida è ancora più complessa. Ricostruire una squadra dalle fondamenta

Potrà farlo?

Il City non ha certamente problemi economici, ma Guardiola potrà acquistare nuovi pezzi? La vera domanda è questa. L’indagine della Premier sui citizens è una vera e propria Spada di Damocle. Non a caso in molti hanno ipotizzato che le grandi spese di gennaio siano state fatte proprio per anticipare una possibile chiusura del mercato. Quest’ultima sarebbe una vera e propria condanna, un limbo. Fare una rivoluzione, ma senza averne le possibilità ed i mezzi. Per questo il prolungamento di Guardiola è parsa una mossa coraggiosa. Ieri sera Mbappè ha distrutto la difesa, e le poche certezze del City. Il ciclo sembra ormai finito, ma tutti gli amanti della Premier e del calcio, sognavano una fine diversa, per una delle squadre più innovative e vincenti degli ultimi anni. A Guardiola il compito di smentirci, anche se lui stesso non ne sembra così sicuro