N’Golo Kanté 35 milioni. Michy Batshuayi 40 milioni. Marcos Alonso 25 milioni. David Luiz 40 milioni.
Sono questi, più o meno, i prezzi dei quattro colpi di mercato del primo Chelsea di Conte. 140 milioni di euro spesi per giocatori che, a detta di tutti, servivano ai Blues come il pane per poter tornare competitivi.
Effettivamente il Chelsea è tornato competitivo: 10 punti in cinque giornate di Premier League, con la prima sconfitta arrivata ieri contro il Liverpool. Ma di questi quattro super innesti, solo uno ha trovato il posto: Kanté. 5 partite giocate per intero per il francese ex Leicester, a dimostrare come le sue caratteristiche da combattente siano apprezzatissime dall’ex Juventus e Nazionale Italiana Antonio Conte. 450 minuti di costanza, sacrificio e dinamismo, condito con un’ammonizione dopo appena 3 minuti di maglia Blues (contro il West Ham). Quasi a dire “eccomi, sono qua per continuare a combattere”.

Gli altri tre, invece, hanno racimolato poco o nulla, chi per un motivo, chi per un altro.
Partiamo dall’ultimo acquisto David Luiz. Tornato dopo qualche anno al PSG, il brasiliano non ha resistito alla chiamata del club che lo ha reso un difensore di caratura internazionale. Ha esordito ieri contro il Liverpool a causa della scarsa forma di John Terry, ma anche lui avrebbe avuto forse bisogno di altro tempo per recuperare il ritmo partita. E da grande combattente quale è, ha anche rimediato una bella botta al naso in uno scontro aereo con Sadio Mané. Non proprio un fuscello.

Batshuayi invece era sicuro di un posto da titolare. A luglio. Questo perché pareva finita l’avventura a Stamford Bridge di Diego Costa, dopo una stagione tutt’altro che entusiasmante per l’attaccante spagnolo. Tanto che il giovane belga aveva rifiutato qualsiasi altra destinazione perché avrebbe voluto il posto da titolare. Ma Costa è rimasto, e per di più ha ritrovato una forma smagliante: 5 reti per il classe 1988, provvidenziale in più occasioni. E Michy? Poco, pochissimo campo. Appena 33 minuti sul rettangolo verde, conditi con una rete nella seconda giornata contro il Watford, fino alla panchina per tutti i 90 minuti ieri sera contro i Reds. Ha però giocato una partita per intero, in coppa contro il Bristol, segnando una doppietta nella vittoria per 3-2. Troppo poco, per uno che voleva comunque un posto da titolare fisso.

Chiudiamo con Marcos Alonso. 25 i milioni spesi per il terzino spagnolo ex Fiorentina. 25 milioni che sono rimasti regolarmente in panchina! Dopo aver giocato da titolare le sue ultime apparizioni con la squadra viola, si è seduto (scomodamente) in panchina nelle partite contro Swansea e Liverpool. E quindi il giocatore arrivato per far tornare Azpilicueta sulla fascia destra (ora gioca a sinistra, con Ivanovic a fare il terzino “bloccato” a destra) finora non ha raccolto nemmeno le briciole. Le ragioni possono essere tre: o non ha trovato ancora la forma ideale per competere in Premier League, o il giocatore non piace ad Antonio Conte, oppure non vuole ancora sbilanciarsi troppo con due terzini di spinta, preferendo Ivanovic più difensivo a destra e il sopracitato Azpilicueta più affidabile perché più rodato nei suoi schemi.
Ci sarebbe anche il portiere portoghese Eduardo, arrivato dalla Dinamo Zagabria per 2,5 milioni, ma difficilmente l’assenza dal campo di un giocatore arrivato per fare il terzo portiere può sorprendere.
Batshuayi e Alonso. Due giocatori pagati tanto per fare i titolari, ma che ancora non hanno avuto modo di esprimersi.
Già bruciati o solamente attesi?
RUGGERO ROGASI
@RuggeroRogasi