07 Maggio 2016,ore 16.36

ESCLUSIVA CP, Robbiati: “Vi racconto l’uomo Ranieri”

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Abbiamo intervistato Anselmo Robbiati, ex calciatore di Inter, Napoli e Fiorentina, nella quale è stato allenato da Claudio Ranieri, il manager del momento. Nei sette anni trascorsi a Firenze, l’attaccante ha trionfato in Coppa Italia, nella stagione 1995/1996, ed in Supercoppa italiana, l’anno dopo, con entrambe le vittorie arrivate sotto la guida dell’allenatore del Leicester. Inoltre, i due sono stati protagonisti del successo nella serie cadetta, che riportó i viola in Serie A, nella stagione 1993/1994.

L'esultanza di Anselmo Robbiati
L’esultanza di Anselmo Robbiati

Salve Anselmo, ci racconti che persona era Claudio Ranieri.

Era un uomo serio, cercava sempre di parlare con tutti, dando grandi motivazioni sia al gruppo che ai singoli. Sereno, mai fuori dagli schemi: provava sempre a risolvere i problemi con molta tranquillità per migliorare anche gli aspetti tecnici, leggendo le partite con grande calma. Con Ranieri sono stati quattro anni bellissimi, è stato l’allenatore che mi ha capito di più, sapeva come utilizzarmi e sfruttare le mie qualità.

Come gestiva il gruppo Claudio Ranieri?

Aveva la particolarità di tenere tutti sulle corde, parlava molto anche con chi giocava meno. Amava costruire il gruppo, non solo basandosi sugli undici in campo ma unendo tutta la rosa. Ogni settimana ci portava a cena fuori, per cimentare il legame tra di noi, e pagava sempre lui. Voleva avere un rapporto chiaro ed onesto con tutti, anche con chi rimaneva fuori, non illudeva nessuno ed era trasparente nel mostrare quali intenzione avesse nei confronti di quel giocatore.

Quale era il suo credo calcistico? Quali elementi tattici lo caratterizzavano ai tempi della Fiorentina?

Non aveva un vero e proprio credo: cambiava la tattica in base alle partite, cercando di adattarsi agli avversari. Ha sperimentato vari moduli con noi: abbiamo giocato sia con la difesa a tre che con quella a quattro, ma contro le squadre più piccole spesso scendevamo in campo con quattro attaccanti. Lo schema predefinito era quello con quattro difensori, due mediani ed una grande forza offensiva. Ranieri è anche oggi un allenatore duttile, che riesce a sfruttare le caratteristiche dei suoi calciatori per beneficiarne.

Chi ti ha colpito tra i giocatori del suo Leicester?

Sicuramente Jamie Vardy, è il primo che salta all’occhio. Sono stato sorpreso da lui come da tutta la squadra, non mi sarei mai aspettato una stagione del genere.

Quale è stata l’arma in più del Leicester?

Hanno avuto un grande merito per l’impresa realizzata. La vittoria è stata la forza di un gruppo che ci ha creduto, mettendo in campo passione, applicazione ed attaccamento alla maglia.

Quale caratteristica ha portato Ranieri a trionfare in Inghilterra?

Egli ha una forte personalità ed una grande esperienza alle spalle. Ha allenato tante squadre importanti, facendo crescere tutti nel modo giusto: quando una persona inizia un percorso deve crescere, ma arrivati ad una certa età si imparano a gestire determinate situazioni. Lui è stato eccezionale.

La stella della tua Fiorentina era Batistuta: rivedi in lui un giocatore di Premier League?

Lui era un leader ed un fuoriclasse. Ci sono tante stelle in Inghilterra, ogni squadra ne ha una che primeggia sugli altri giocatori. Sicuramente Aguero, nonostante non abbia le stesse caratteristiche, è un vero comandante in campo, per la sua tecnica ed il suo carisma. Le squadre hanno bisogno di calciatori così, come il Leicester con Vardy, che sta lottando anche per il titolo di capocannoniere.

Si ringrazia Anselmo Robbiati per la gentile collaborazione.

 

Giacomo Brunetti

Twitter: @giacomobrun24